Non sarà così. Mare Nostrum continuerà il proprio lavoro anche dopo aver compiuto l’anno di età. In risposta alle domande degli eurodeputati nella Commissione per le libertà civili nel Parlamento europeo, proprio ieri sera, la Commissaria per gli affari interni Cecilia Malmstroem ha infatti chiarito: “Frontex Plus non potrà sostituire Mare Nostrum – ha affermato – perché avrà risorse più limitate e non avrà la capacità dell’operazione avviata nell’ottobre dell’anno scorso dalle autorità italiane”.
La Malmstroem si è complimentata con l’Italia, ha espresso la propria riconoscenza per “il fantastico lavoro svolto” nel soccorso e nell’accoglienza degli oltre 103.500 sbarcati sulle coste del sud a partire da gennaio 2014. E poi ha “bacchettato” Germania, Francia, Svezia, Gran Bretagna, Italia e Belgio, i sei paesi con il maggior numero di richiedenti asilo d’Europa, perché “Si arrivi ad una responsabilità condivisa dei rifugiati”. Poi basta: Frontex Plus è un incentivo per Mare Nostrum. Solo un incentivo. Si limiterà a prestare aiuto all’Italia nei limiti delle proprie possibilità e quei 9 milioni e mezzo di euro al mese per assistenza, trasporto ed accoglienza dei migranti continueranno a essere spesi.
Intanto stanno aumentando i fondi per la gestione dei richiedenti asilo: il 22 agosto è stato erogato un incremento di 50,8 milioni di euro per il Fondo Nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, in vista di un ulteriore ampliamento del sistema di accoglienza della rete Sprar, gestita dai comuni. Mentre il ministero dell’Interno potrà contare su un fondo extra di 62,7 milioni per fronteggiare le esigenze straordinarie. In poche parole, la precisazione della Commissaria è stata un avvertimento che pare ben chiaro: che non si conti sulle istituzioni europee, perché la missione sbarchi è un fardello che ancora a lungo sarà trascinato dall’Italia.
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