Ventiquattro ore basteranno per avere un risposta definitiva su un governo M5s-Lega dopo l'accelerata improvvisa delle trattative fra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Lo ha confermato lo stesso leader del Carroccio ai giornalisti incrociati all'uscita da un ristorante romano.
Ottimista
“Devo parlare con entrambi (Di Maio e Berlusconi ndr)” ha detto, sottolineando che, al momento, nessuno dei due ha dato il suo ok. In ogni caso “basteranno 24 ore, l'abbiamo tirata già troppo per le lunghe“. L'eventuale esecutivo con i grillini, ha poi aggiunto, non avrà ripercussioni sulla coalizione di centrodestra. “Questo è fondamentale – ha spiegato Salvini – qualunque cosa accada non si rompono alleanze e non si tradisce il patto con gli italiani. Non si rompe l'alleanza, questo è un pre-requisito”. Il segretario della Lega si mantiene ottimista ma non si sbilancia sull'esito dei negoziati: “Vorrei parlare di programmi e come San Tommaso mi fido ma voglio toccare con mano. Sono felice e orgoglioso del fatto che ci stiamo provando sino in fondo, mentre qualcun altro si è arreso“. Insomma, Salvini sente di aver portato sino in fondo il tentativo per trovare una via d'uscita dall'impasse. “A questo punto non dipende più da noi” avrebbe detto al gruppo parlamentare della Lega. E per non farsi trovare impreparato laddove la fumata fosse ancora una volta nera, avrebbe chiesto ai colleghi di partito di disdire le vacanze estive, visto che le elezioni a luglio restano “probabili”.
Aperture
Più cauto (strategia?) Di Maio. “Noi abbiamo chiesto 24 ore al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma ora sta al centrodestra, sono loro dinamiche interne. Io continuo con la campagna elettorale, non ho disdetto il biglietto per domani, ho un treno per Parma alle 7.50″. La trattativa, tuttavia, sembra quanto mai vicina a un esito positivo. Anche per il sostanziale via libera giunto da Forza Italia. “La Lega faccia pure, l'alleanza rimane”, afferma Renato Brunetta. “Noi siamo con il Presidente”, dice anche il senatore azzurro Marco Marin. FI chiede un riconoscimento politico formale da parte del Movimento 5 stelle. “Di Maio scenda dal pero, venga tra noi umani e ci spieghi che cosa ha intenzione di fare – spiega il portavoce dei deputati azzurri, Giorgio Mulè -. Riconosca che Fi, che è Forza Italia – Berlusconi presidente, è stata votata da milioni di elettori“.
In attesa di sviluppi
Giorgia Meloni resta alla finestra. Durante la riunione con i gruppi di Fdi, ha criticato la “lunghezza e farraginosità” delle fasi della crisi e si è domandata “perché non é stato subito dato dal presidente della Repubblica Mattarella l'incarico al centrodestra che è la forza parlamentare più vicina, col suo 42% di deputati e senatori, alla maggioranza richiesta. Ancora oggi, anziché sviluppi extraparlamentari, la scelta migliore dovrebbe essere quella di un incarico alla luce del sole a Salvini (o Giorgetti se indicato da Salvini) perché si presenti in Parlamento a chiedere i voti (innanzitutto ai Cinque stelle o anche ai singoli parlamentari) necessari per iniziare subito a dare agli italiani le risposte che attendono”. Detto questo, “è solo dall'esito delle scelte di Mattarella che FdI indicherà le proprie decisioni, sin da ora assolutamente negative per qualsiasi governo tecnico“