Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha lanciato il guanto di sfida al ministro dell'Interno Matteo Salvini. Quest'ultimo lo ha raccolto. Prosegue infatti la polemica tra i due intorno al decreto legge Sicurezza. Se il primo cittadino del capoluogo siciliano annuncia che non applicherà la misura, il segretario della Lega oggi risponde su Twitter così: “Col Pd caos e clandestini, con la Lega ordine e rispetto. Certi sindaci rimpiangono i bei tempi andati sull'immigrazione, ma anche per loro è finita la pacchia!“. Ed ancora, il capo del Viminale torna sulla questione dei porti chiusi alle navi ong. “I porti italiani sono chiusi, abbiamo accolto già troppi finti profughi, abbiamo arricchito già troppi scafisti! I sindaci di sinistra pensino ai loro cittadini in difficoltà, non ai clandestini”. Oggi il sindaco di Napoli Luigi de Magistris si è detto disponibile ad aprire il porto della città partenopea per la nave di Sea Watch.
Forza Italia appoggia Orlando
La polemica sul decreto Sicurezza potrebbe contribuire a sfaldare ulteriormente la vecchia allenza di centro-destra. “Penso che quella di Leoluca Orlando sia un'iniziativa buona, quasi obbligatoria qui in Sicilia. Noi siciliani siamo un popolo di 60 milioni di persone di cui 55 sono emigrate. E' chiaro che leggi contro l'immigrazione a noi siciliani fanno male“. Così Gianfranco Miccichè, di Forza Italia, presidente dell'Assemblea regionale Siciliana, al Giornale Radio Rai, su 'no' all'applicazione del decreto sicurezza deciso dal sindaco di Palermo. “Sulla Diciotti, la famosa nave – aggiunge – vidi che c'erano tutte persone ferite con armi da fuoco. Erano persone che avevano subito la guerra ed erano scappate. Ma come si fa a dire di no a persone che scappano dalla guerra solo perché sono nere?“. “Mi piacerebbe – auspica Miccichè – che in Forza Italia si aprisse un dibattito sull'argomento perché secondo me continuare ad andare appresso alle posizioni della Lega non può che fare male al nostro partito. Sono d'accordo sul fatto che bisogna rispettare le leggi, però ricordo che magari in Italia in qualche periodo si è stati costretti a rispettare le leggi razziali, il che non significa che fossero leggi buone o positive. Per cui – sottolinea il presidente dell'Ars – se ci si ribella a leggi fatte male penso che sia un fatto meritorio“.