Prosegue il colloquio a distanza tra Matteo Salvini, ministro dell'Interno, e Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il giovane romano morto nell'ottobre 2009 durante una custodia cautelare. Subito dopo la pubblicazione del verbale del 9 luglio scorso in cui un carabiniere ha rivelato che il ragazzo sarebbe stato ripetutamente colpito da due suoi colleghi, la sorella di Stefano Cucchi ha chiesto le scuse, per la sua famiglia e per la vittima, da parte dello Stato e in particolare da parte del ministro dell'Interno. Salvini è allora intervenuto invitando lei e altri parenti della vittima al Viminale, e Ilaria ha risposto affermando che è disposta a recarsi al Ministero dell'Interno solo se arriveranno le scuse.
Salvini: “Lo Stato si scuserà con i fatti”
“Sono ministro da quattro mesi e non posso rispondere di ciò che è accaduto anni fa. Se qualcuno in divisa sbaglia, paga come e più degli altri perchè ruba la fiducia anche ai cittadini. Non condivido però la criminalizzazione di tantissimi uomini delle forze dell'ordine, chiamati assassini, sbirri e delinquenti“. Cosi' il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in un'intervista all'Unione Sarda risponde sa una domanda sul caso di Stefano Cucchi. “Il Viminale è aperto a tutti”, ha ribadito il ministro, “in primis a chi ha subito un lutto o un torto. La sorella, la famiglia, i parenti e gli amici sono i benvenuti. Se lo Stato ha sbagliato chiederà scusa nei fatti punendo i colpevoli e risarcendo i colpiti“.
Le scuse dell'Arma
“L'Arma si scusa sempre quando alcuni dei suoi componenti sbagliano e viene accertato che vengono meno al proprio dovere. Ci sono episodi esecrabili per i quali l'Arma si deve scusare, non come istituzione, ma perché alcuni suoi componenti infedeli sono venuti meno al proprio dovere anche nei confronti dell'Arma stessa”, ha detto Giovanni Nistri, comandante generale dell'Arma dei carabinieri, intervistato su Radio Capital. Nistri ha espresso “solidarietà e vicinanza umana” alla famiglia. “Ho già avuto modo di vedere Ilaria Cucchi e il suo avvocato in un'altra occasione – ha aggiunto – e non ho alcun motivo per non incontrarla di nuovo, qualora ritenga opportuno un nuovo incontro”.