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Salvini-Di Maio: “Andiamo avanti se…”

Il governo prova a ripartire dopo il vertice di Palazzo Chigi che ha appianato alcune delle divergenze su cui si era innestato lo scontro fra Lega e Movimento 5 Stelle

Si va avanti

“Il vertice è andato bene perché ci siamo dati degli obiettivi che sono quelli della riduzione delle tasse e di far approvare la legge sul salario minimo e di ottenere dei buoni risultati per gli italiani” ha spiegato a Rtl Luigi Di Maio. Alla domanda se si tratti solo di una tregua armata il vicepremier grillino ha risposto che “c'è tregua se si lavora per gli interessi degli italiani non c'è tregua se invece si decide di vivacchiare. Se si tutelano gli interessi italiani andiamo avanti”. Di Maio ha anche ribadito la fiducia a Giuseppe Conte: “Nessuno – ha chiarito – riuscirà mai a mettermi contro il presidente del Consiglio perché ha sempre portato avanti le battaglie all'Unione europea con il governo italiano e continueremo a farlo”.

Economia

La priorità, con lo spettro di una procedura d'infrazione da parte di Bruxelles, restano i conti pubblici.  “Per me di manovre restrittive non se ne deve neanche parlare” ha spiegato Di Maio. “In questo momento – ha proseguito – lavoriamo alla nuova legge di bilancio e mettiamoci dentro le cose che servono agli italiani e mi aspetto che sul salario minimo, visto che c'è già un'apertura, già oggi si cominci a lavorare molto meglio“.

Priorità

Matteo Salvini, sentito da Libero e dalla Verità, ha esortato a “rilanciare l'economia, il lavoro e tagliare le tasse”. Un terzo degli italiani, ha fatto notare, “ha votato Lega, quindi ha votato Salvini per chiedergli di fare in economia ciò che ha fatto per affrontare il problema dell'immigrazione incontrollata. Se dovessi rendermi conto che nei prossimi due anni non si può muovere o cambiare nulla, ne trarrei le conseguenze. In una parola, sarebbe inaccettabile“. Salvini ha ribadito di non puntare alla poltrona di premier: “Non capisco le preoccupazioni di Conte. Io voglio fare il ministro dell'Interno e basta. Gli altri però devono cambiare passo“. Sui ministeri, “Il ministro delle Politiche europee va trovato in fretta. Sui ministri grillini noi non ne facciamo una questione di nomi, ma di cose da fare. C'è l'alta velocità, lo sbloccacantieri sul quale abbiamo trovato un accordo soddisfacente. Però alcuni ministeri che nell'ultimo periodo hanno visibilmente rallentato devono ritrovare il passo“.

Tasse

Per quanto riguarda il salario minimo, Salvini è disponibile a discutere, “ma mi chiedo: chi lo paga? Le imprese. E se prima non abbassi le tasse alle imprese, come fanno a sostenerlo?”. Quanto ai Minibot, “erano nel contratto di governo, ma non importa. Se non convincono io non mi impunto. Chiedo però a Tria e a Conte di trovare una soluzione rapida al problema“. E sul rischio di procedura d'infrazione, “non credo che la Ue arriverà fino in fondo. Quello che chiediamo è ragionevole. In caso contrario cominceremo col tenerci i sei miliardi che versiamo ogni anno nelle casse dell'Europa”. 

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