L'ennesimo appello alla “accoglienza diffusa” da parte della Presidenza della Conferenza episcopale italiana, riunita ieri a Roma, è stato letto da molti come una presa di distanza della Chiesa italiana dalla politica del governo sul tema immigrazione. Non si è fatta attendere, pertanto, la domanda al riguardo dei cronisti al vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Quest'ultimo ha chiosato così: “Salveremo quante più vite è possibile facendo partire meno gente possibile”. E a chi gli ha chiesto se potrà verificarsi una riapertura dei porti italiani alle imbarcazioni delle ong, il capo del Viminale ha tagliato corto: “No”.
Appello all'Europa
Il tema dell'immigrazione rende Salvini oggetto di critica da parte di diversi settori, non solo ecclesiastici. Il giornale tedesco Der Spiegel ha affermato che non c'è un'emergenza migranti in Italia. Pronta la risposta del ministro dell'Interno: “Dipende dai punti di vista. Abbiamo un pregresso da risolvere abbondante, di alcune centinaia di migliaia di persone e se riduciamo gli sbarchi risolviamo meglio il pregresso. E' soggettiva l'emergenza, in alcune città c'è l'emergenza”. E ancora: “Finora l'Italia si sobbarcava tutti i costi economici e sociali: se l'Europa esiste, i costi vanno divisi per 27”. E proprio la necessità di trovare una sintonia con l'Europa per la gestione dei flussi migratori ha spinto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a scrivere all'Unione europea, nelle persone del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e del presidente del Consiglio Donald Tusk, nella quale ha ribadito la necessità di “dotarsi da subito di un meccanismo Ue di gestione rapida e condivisa dei vari aspetti relativi alle operazioni di Search and Rescue” attraverso “una sorta di cellula di crisi” che abbia il compito di “coordinare le azioni” degli Stati “riguardo all'individuazione del porto di sbarco e dei Paesi disposti ad accogliere le persone soccorse”. Salvini si è detto “molto soddisfatto” di questa missiva. Ed ha commentato: “Sull'immigrazione lavoriamo in perfetta sintonia”.
Regeni e Alitalia
Interpellato dai giornalisti, Salvini ha parlato anche del recente incontro a Il Cairo con il presidente egiziano Al Sisi, durante il quale si è parlato anche del caso Regeni. Il vicepremier italiano ha rivelato di aver ricevuto la promessa che “avremo chiarezza in tempi brevi” sul morte del ricercatore italiano. Ma ha precisato: “Non metto becco sulla giustizia egiziana però mi fido del presidente. Ho in programma di tornare in Egitto a breve e quindi conto di avere risposte a breve“. Altro tema caldo su cui è stato interpellato il vicepremier è quello di Alitalia, dopo che il ministro Danilo Toninelli ha manifestato l'intenzione di renderla compagnia di bandiera italiana. “Penso che ci siano tutte le condizioni perchè Alitalia resti italiana – ha detto Salvini -. Poi, se ci sono partner privati seri tanto meglio, ma la cosa che non permetteremo sarà lo spezzatino”.