Al Senato come alla Camera: nonostante le insurrezioni delle opposizioni, univoche nell’appellarsi alla mancata apposizione della fiducia sul testo, il Governo la pone su 5 articoli della Legge elettorale (i numeri 1, 2, 3, 4 e 6), scatenando la protesta delle minoranze. Al grido di “Vergogna, vergogna”, la capogruppo di Sinistra italiana, Loredana De Petris, già estremamente critica nella giornata di ieri durante la votazione del Rosatellum in Commissione affari costituzionali, ha occupato la poltrona del presidente Pietro Grasso, in segno di protesta. Manifestazioni di dissensoeclatanti anche fra le altre ali dell’opposizione, in particolare dai senatori del Movimento 5 stelle, che si bendano gli occhi, e Mdp che ha rumoreggiato al momento dell’annuncio da parte del ministro Anna Finocchiaro.
Fiducia al Rosatellum, le opposizioni insorgono
Respinte le questioni pregiudiziali e posta la temuta fiducia, come già avvenuto a Montecitorio, la votazione sarà svolta domani alle ore 14, mentre il voto definitivo è previsto per dopodomani alle 12. Durissimo il commento di Giuseppe Civati,segretario di Possibile e fra gli esponenti politici che hanno manifestato in piazza: “Questo voto è la sintesi di tutta la legislatura. Chiude una stagione lunga di arroganza del potere: di fiducie, di canguri, di sedute lunghe nella notte. Non è mai stato possibile fare un dibattito parlamentare sulla Legge elettorale. L’alleanza Renzi-Berlusconi c’è da tempo sulle grandi decisioni politiche”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche i senatori Mdp i quali, in una nota, hanno criticato duramente il presidente Gentiloni, reo di essere stato “il primo presidente del Consiglio dall’Unità d’Italia a porre la fiducia sulla legge elettorale sia alla Camera sia al Senato”.
L’appello a vuoto di Speranza
Rumorosa la debacle di “Articolo Uno” che, attraverso il coordinatore Roberto Speranza, in mattinata aveva lanciato un appello al premier in un estremo tentativo di scongiurare l’apposizione della fiducia sul testo della Legge elettorale. Parole cadute nel vuoto a fronte di quella che, a ben vedere, era stata vista da molti come una decisione annunciata. Sulla possibilità di una mancata fiducia sul Rosatellum 2.0 peraltro, Mdp aveva riposto buone speranze anche in vista di una eventuale ripresa del dialogo con il Pd: “L’auspicio è che non si arrivi alla fiducia, che si permetta al Senato di discutere – aveva auspicato Speranza -. Oggi, aprendo ad alcune modifiche, c’è l’opportunità di andare avanti nel dialogo a sinistra. E’ un passaggio decisivo”. Qualche ora dopo, si può parlare di un passaggio a vuoto.