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Ripresa, Padoan: “Sarà debole nei prossimi mesi, ma aumenterà se la politica lo vorrà”

“Nei prossimi trimestri si prevede una crescita debole che via via si va rafforzando”: a dirlo è il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, intervenuto al congresso Legacoop, che aggiunge: “Spero non sia ciclica ma frutto di un cambiamento nella struttura economica del paese dovuta alle riforme”.

Per un cambiamento che incida, secondo Padoan, c’è bisogno di stabilità politica: “Le nostre misure – ha spiegato il ministro – saranno crescenti negli effetti con l’andare del tempo e quindi abbiamo bisogno che il governo resti in carica per molto tempo. Per questo abbiamo bisogno di stabilità ma anche di un orizzonte di medio lungo termine”. Padoan ha parlato non solo della situazione italiana, ma anche di temi caldi come il disgelo Usa-Cuba, il crollo del prezzo del greggio, le difficoltà della Grecia e la crisi dell’economia russa.

Il Piano Junker è sommariamente promosso dal ministro: E’ un buon punto di partenza ma c’è ancora del lavoro da fare”. In particolare va chiarito “in che modo le risorse del fondo strategico saranno allocate, in che misura gli Stati membri contribuiranno con risorse proprie e quale sarà l’impatto dei contributi sul patto di stabilità”. Ma, Piano Juncker a parte, il monistro ha ricordato che ci sono già in attivo altre iniziative che potrebbero rilanciare gli investimenti. “Già oggi ci sono progetti disponibili, sottolinea Padoan, nel quadro del lavoro avviato dalla presidenza italiana di turno dell’Ue nella task force con la Banca europea investimenti “su progetti meritevoli di finanziamenti”. E poi lancia dunque un messaggio alla banca Ue per gli investimenti. “Chiediamo alla Bei – ha detto – di essere un pò più proattiva e dare un forte impulso agli investimenti perché ci sono già gli strumenti per farlo e poi con il Piano Juncker ci sarà un effetto moltiplicatore”.

“E’ un momento complesso per l’economia globale – ha detto il ministro- un prezzo del petrolio a 60 dollari se persistente è di per sé una buona notizia perché vale lo 0,5% di crescita in più”. E sulla Grecia, spiega: “Non c’è assolutamente alcun rischio contagio. Basta guardare l’andamento dei titoli, cosa che anch’io faccio tutti i giorni”, ha aggiunto. “La Grecia del 2014/2015 non è la Grecia del 2010/2011. Ha fatto enormi sforzi di aggiustamento fiscale, deve continuare sulla strada delle riforme. Ma da parte della Commissione c’è la massima predisposizione a sostenere questo percorso e c’è un atteggiamento cooperativo”, ha concluso.

Il debito italiano, poi, dovrebbe scendere dal 2016 in poi: “Non prima per motivi indipendenti dalla politica economica del governo”. A rinviare la discesa del debito, infatti, è la bassa inflazione europea: “Se oggi fosse al 2%, con il nostro surplus primario che produciamo da anni e lo sforzo delle riforme il nostro debito sarebbe su un sentiero di forte discesa e non farebbe notizia”. infine, Padoan ha risposto anche su cosa accadrà a marzo dall’esame della Commissione Europea sui nostri conti pubblici. “Il rapporto con la Commissione è continuo e costruttivo; Bruxelles è informata sule nostre misure, che prendiamo in autonomia. Il Governo ha già anticipato l’intenzione di fare ulteriori sforzi di aggiustamento in un contesto in cui il consolidamento della finanza pubblica migliora e dando al contempo stimolo alla crescita con un abbattimento delle tasse non usuale oltre che con risorse per i nuovi ammortizzatori sociali e per l’innovazione”.

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