Svolta a sorpresa nel duro braccio di ferro in corso da giorni tra il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci sul futuro dell'Ilva. Questa mattina il ministro ha telefonato al primo cittadino preavvisandogli che lo stava per raggiungere in Comune. Al termine del faccia a faccia chiarificatore è in qualche modo tornato il sereno tra i due rappresentanti istituzionali, tanto che è stata decisa la convocazione di un tavolo negoziale con all'ordine del giorno quanto richiesto dal sindaco della città pugliese. Melucci ha confermato anche che, al ricevimento della formale convocazione con l'ordine del giorno condiviso, sarà disponibile al ritiro del ricorso presentato al Tar, previa consultazione sulla questione anche con il Governatore pugliese Michele Emiliano.
I punti sul tavolo
L'ordine del giorno del tavolo negoziale, spiega una nota del Ministero, comprenderà una serie di punti, fra cui l'analisi del piano ambientale del Dpcm e verifica dei possibili miglioramenti; la condivisione del cronoprogramma della copertura anticipata dei parchi primari; la gestione e la valutazione del danno sanitario, la gestione dell'attività del fondo sociale di Taranto, oltre a provvedimenti per l'indotto. Allo stesso tempo, verranno analizzate la condivisione del piano bonifiche di competenza dell'amministrazione straordinaria e l'istituzione di un centro di Ricerca e Sviluppo sull'acciaio e tecnologie “carbon free”.
“Ni” di Emiliano
Il presidente della Regione Puglia, tuttavia, resta guardingo: “Ribadisco – ha dichiarato all'Ansa Michele Emiliano – che la vicenda Ilva deve essere discussa in un tavolo Taranto che veda seduti il governo, l'azienda che allo stato si è aggiudicata la gara, il sindacato, il Comune e la Regione. Una volta che ci si siede è evidente che ogni esito, che mi auguro positivo, è possibile. Quello che non si può fare è condizionare la convocazione di questo tavolo alla coartazione del diritto-dovere degli enti locali di ricorrere alla autorità giudiziaria”.
Replica a Report
In precedenza Calenda aveva risposto con una lunga serie di tweet alla trasmissione di Report andata in onda ieri sera su Raitre, dedicata anche all'Ilva con interviste al ministro stesso e alle autorità locali. “Sono stato un'ora e mezza a spiegare numero per numero, provvedimento per provvedimento. Pensavo valesse la pena provare ad informare nel merito. Peccato”, scrive Calenda in risposta ad un utente che muove critiche alla trasmissione, sottolineando poi: “Soprattutto, il governo avrebbe dovuto falsare il risultato di una gara?! Perché questo è il punto. In un Paese dove queste trasmissioni sono le prime a chiedere giustamente il rispetto delle regole. Mah”. Il ministro entra poi nello specifico per ribattere ad alcune tesi esposte nel corso della trasmissione, ad esempio quella su una similarità fra le due offerte concorrenti, che avrebbe portato il governo a scegliere il carbone al posto del gas: “Tutte e due andavano a carbone, una avrebbe prodotto anche a gas (ma a quale prezzo è ignoto) dal 2024, ma investiva meno su copertura parchi con un progetto oggi non cantierabile. Assumeva e pagava meno persone”. Replica anche alla tesi secondo la quale non c'è nessuna garanzia sui tempi e su ciò che Mittal dovrà fare: “E' una beata menzogna: il Dpcm stabilisce i tempi di ogni singolo intervento ambientale ed è vincolante. Allo stesso modo il piano industriale”. Calenda conclude poi che “non sta ad un ministro giudicare una trasmissione giornalistica. Mentre è doveroso precisare se ci sono inesattezze e sarebbe altrettanto doveroso, ma è troppo chiedere, per la trasmissione darne conto”.