Roberto Cota, ex governatore del Piemonte, è stato assolto nel processo per la “Rimborsopoli” dei consiglieri regionali. La causa riguardava l’uso distorto dei fondi destinati ai gruppi politici. La Procura aveva chiesto per Cota una condanna a 2 anni e 4 mesi. Il giudizio si è concluso con dieci condanne e con 15 assoluzioni. La Procura aveva chiesto la condanna di tutti i 25 imputati a pene che nel complesso ammontano a circa 66 anni di reclusione.
“Sono stato fatto oggetto di attacchi ignobili, e ho sofferto tanto, ma ho fatto bene ad avere fiducia perché qualcosa nelle istituzioni funziona – ha commentato Cota – Renzi ha perso una occasione per stare zitto – aggiunge a proposito del riferimento alle ‘mutande verdi’ fatto dal premier nella sua visita di ieri a Torino -. Avrebbe dovuto mostrare altra sensibilità istituzionale, che non ha…”.
Sono dieci gli ex consiglieri condannati dal tribunale di Torino: Michele Giovine (3 anni e 10 mesi), Andrea Stara (3 anni e 4 mesi), Michele Formagnana (2 anni e 8 mesi), Angiolino Mastrullo (2 anni e 6 mesi), Alfredo Roberto Tentoni (2 anni e 5 mesi), Rosa Anna Costa (2 anni e 1 mese), Daniele Cantore (un anno e otto mesi), Alberto Cortopassi (2 anni e 1 mese), Giovanni Negro (un anno e quattro mesi), Augusta Montaruli (4 mesi). Il dispositivo dettaglia le somme per le quali gli imputati sono stati condannati: Giovine, per esempio, è responsabile per 14 mila euro, Stara di quasi 30 mila euro, Cortopassi di 2.800 euro, Negro di 1.250 euro. Montaruli è stata condannata per un solo scontrino, relativo a una spesa del 2011 che è stata considerata non come peculato, ma come una violazione delle norme sul finanziamento ai partiti. Giovine e Stara sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici.
Nel processo per la Rimborsopoli piemontese sono stati invece assolti Paolo Tiramani, Roberto De Magistris, Federico Gregorio, Riccardo Molinari (attuale segretario della Lega Nord in Piemonte) Roberto Cota, Massimo Giordano, Alberto Goffi, Rosanna Valle, Lorenzo Leardi, Massimiliano Motta, Girolamo La Rocca, Sara Lupi, Maurizio Lupi e Michele Dell’Utri “perché il fatto non sussiste”; Angelo Burzi “perché il fatto non costituisce reato”. Il tribunale ha ordinato la trasmissione degli atti ai pm perché valutino se procedere per falsa testimonianza “o altra fattispecie” nei confronti di quattro persone che hanno testimoniato nel corso del processo.