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Rigopiano, battute prima del disastro

Una conversazione telefonica dagli sconcertanti toni ironici, avvenuta appena un'ora prima del disastro dell'hotel Rigopiano fra un dipendente dell'Anas e il responsabile del settore viabiltà della Provincia: “E insomma – dice il primo -, mica deve arrivare a Rigopiano? Perchè se dobbiamo liberare la spa, al limite ci andiamo a fare pure il bagno”. L'altro ride alla battuta e lui continua: “Cioè, ho capito che dobbiamo arrivare fin lì, però insomma è una bella tirata, lo sai meglio di me”. Oggetto della conversazione, una turbina in azione a poca distanza che avrebbe potuto essere distaccata per utilizzarla nelle operazioni di sgombero della strada verso il Rigopiano. Il responsabile provinciale chiede al dipendente Anas se, viste le difficoltà, si rimandi il tutto alla mattina seguente, ricevendo una risposta affermativa: “Sì, almeno domattina, anche perché quello con la turbina fino a mò ha faticato…”.

“La gente muore, non vi rendete conto”

Sono solo alcuni estratti delle conversazioni telefoniche intercettate dal Nucleo ecologico dei Carabinieri di Pescara e rientrate nelle carte dell'inchiesta sulla tragedia di Rigopiano nella quale, il 18 gennaio scorso, sono morte 29 persone delle 40 che si trovavano all'interno o nei pressi della struttura, travolta da una valanga di proporzioni immense, il cui distacco è stato favorito dalle eccezionali nevicate dell'inverno 2017. “La gente sta morendo, voi non vi rendete conto”. Lo diceva il consigliere regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, impegnato in una conversazione telefonica con l'allora segretario del presidente della Regione Abruzzo. Un'altra delle frasi intercettate dalle conversazioni telefoniche. Questo particolare dialogo riguarda due persone non iscritte nel registro degli indagati ma solamente citate.

Il tentativo del sindaco

Tutti i tabulati raccolti riguardano gli scambi di comunicazioni intercorsi fra le varie dirigenze nelle giornate del 17 e 18 gennaio, fino alle prime ore del 19 gennaio. La relazione è stata stesa il 7 febbraio, 20 giorni dopo il disastro. Secondo l'informativa, il 18 arriva la telefonata del sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, nei confronti del segretario del presidente regionale il quale “né risponde né richiamerà”. Nelle considerazioni finali, si rileva che “nessun commento è necessario ad evidenziare ulteriormente come l'addetto non abbia né risposto né richiamato il sindaco di Farindola quando questi aveva tentato di contattarlo ben prima della terribile nota slavina”. 

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