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RIFORMA DELLA COSTITUZIONE: RAGGIUNTO L’ACCORDO NELLA MAGGIORANZA

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L’accordo della maggioranza sulla riforma della Costituzione è stato raggiunto la scorsa notte. Decisiva la giornata di ieri quando, in una serie di riunioni, si è registrato un progressivo avvicinamento tra renziani e minoranza Pd a partire dal comma 5 dell’articolo due. Nel frattempo, nel pomeriggio il presidente del Senato Pietro Grasso è tornato sul dossier riforme richiamando “le parti politiche a non trattare la materia costituzionale come strumento di bassa politica”.

Maria Elena Boschi ha detto di sperare “nel lavoro saggio e responsabile di tutti”, prima di tornare al Senato e vedere i capigruppo della maggioranza per una stesura degli emendamenti alla quale hanno partecipato anche il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti e la presidente della I commissione Anna Finocchiaro. E, in serata, sono proprio Pizzetti e Finocchiaro hanno incontrato i rappresentanti della minoranza Pd, Maurizio Migliavacca e Vanni Chiti. I due senatori sono arrivati a Palazzo Madama dopo una riunione della minoranza che ha sancito le “condizioni di un’intesa”.

Nell’incontro notturno entrambi i fronti hanno registrato “passi avanti” e un “buon clima” parlando di alcuni punti “tecnico-politici” da approfondire prima del termine ultimo per gli emendamenti che scadeva alle 9 di oggi. Le modifiche al ddl si apprende, oscilleranno tra i 4 e i 6 emendamenti e, per quanto riguarda il comma 5, dovrebbero portare all’inserimento della parola “scelta” da parte dei cittadini dei futuri senatori/consiglieri, dando vita a un listino da affiancare a quello dei consiglieri regionali e dando forma, così, all’elettività dei senatori.

Ma il testo va calibrato, va puntellato (anche semanticamente) il modo con cui i consigli regionali prenderanno atto della scelta dei cittadini e va limato il punto riguardante i sindaci, in merito al quale introdurre la designazione popolare è più complessa. C’è poi la questione delle funzioni e quella di restituire al Senato il potere di eleggere due giudici costituzionali. Più prudenza, invece, emerge nella maggioranza su un eventuale modifica del quorum per l’elezione del Capo dello Stato.

Daniele Vice: