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Ricollocamenti in fase di stallo

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La disponibilità di diversi Paesi (Germania, Spagna, Portogallo, Francia, Malta e Irlanda) è arrivata già ieri, tuttavia gli immigrati sbarcati nelle scorse ore a Pozzallo (RG) dalle navi “Protector” di Frontex e “Monte Sperone” della Guardia di Finanza, restano ancora fermi nell'hotspot. Non è stata dunque ancora avviata la fase dei trasferimenti e dei ricollocamenti. La direttrice dell'hotspot, Emilia Pluchinotta, nonostante l'alto numero di ospiti ritiene che “la struttura sia in grado di reggere perché le operazioni di accoglienza che da anni portiamo avanti sono collaudate”. In attesa di avere lumi sul proprio futuro (che dovrebbero giungere dal Ministero dell'Interno) sono 436 immigrati, mentre 11 persone che erano a bordo delle imbarcazioni sono state fermate dalla polizia e trasferite in carcere con l'accusa di essere gli scafisti. Nel 2004 il capitano era già stato arrestato come scafista. Nei confronti delle persone portate in carcere, la procura di Ragusa ha contestato anche il reato di morte come conseguenza di altro delitto. Si tratta dei quattro dei trenta migranti che, alla vista delle navi Protector di Frontex e 'Monte Sperone' della guardia di finanza a largo di Linosa, si sono gettati a mare dal barcone su cui viaggiavano e sono morti annegati.

Le parole del sindaco di Pozzallo

Sull’esito “della vicenda delle due navi con a bordo 449 migranti, si tira un sospiro di sollievo a Pozzallo”, dice il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, in un'intervista a Tpi, “ancora una volta la città è stata all’altezza del compito assegnatogli. Adesso occorre sedersi attorno ad un tavolo e riscrivere nuove regole per evitare errori e consentire un tranquillo svolgimento dei compiti di assistenza. Ci sono stati momenti difficili e complicati che ancora una volta abbiamo superato, ora però gli incontri con la prefettura e il ministero dell’Interno diventano ineludibili”. Il sindaco ha definito “una vittoria dell’Italia tutta e dell’Europa la decisione di fare sbarcare questi migranti”.

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