Nessun accordo su una legge contro il revenge porn, tutto rimandato e protesta colorita alla Camera. L'emendamento a firma Boldrini (LeU) è stato infatti bocciato provocando il dissenso delle parlamentari di Forza Italia e Pd che, dopo l'annuncio, hanno occupato i banchi del governo all'interno dell'Aula di Montecitorio, costringendo il presidente Fico dapprima a richiamare all'ordine, poi a decidere la sospensione della seduta. Posticipato a martedì l'esame del provvedimento, il cosiddetto Codice rosso, proposto contro la violenza di genere e quella domestica, oltre che, appunto, la diffusione di immagini sessuali private per vendetta.
Giornata complicata
Contestazione che rispecchia l'andamento di una giornata estremamente complicata a Montecitorio dove, a seguito della bocciatura dell'emendamento Boldrini, la deputata Stefania Prestigiacomo (FI) ha commentato duramente: “Oggi stiamo scrivendo una bruttissima pagina di storia parlamentare… In nome dell'egoismo e in nome di una ostinazione incomprensibile noi stiamo rinunciando alla possibilità di dare seguito ad atti votati da quest'aula, perché ricordo che nel mese di novembre abbiamo approvato una mozione a prima firma Carfagna che invocava un intervento della maggioranza e del governo su un tema come questo. In questo momento stiamo disattendendo ad un impegno assunto da quest'aula all'unanimità”.
La proposta M5s
Nel frattempo, dal Movimento 5 stelle arriva una proposta di legge alternativa per il contrasto al revenge porn, a firma di Elvira Evangelista: i punti principali prevedono da 6 mesi a 3 anni di carcere per chi pubblica foto o video di contenuto sessualmente esplicito senza consenso espresso di chi vi è rappresentato con l'obiettivo “di provocare nelle persone offese gravi stati di ansia, timore o isolamento”. Prevista, inoltre, la possibilità di inoltrare al gestore del sito o del social un'istanza per l'oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti. Nel caso in cui sia il partner a svolgere tale pratica, le pene sarebbero più aspre: da 1 a 4 anni, anche in caso di ex; se l'azione provoca il suicidio della vittima, le pene sarebbero da 5 a 10 anni.