Nemmeno una settimana dopo la bagarre a Montecitorio sullo slittamento della discussione sul reato del Revenge porn, l'Aula approva all'unanimità il testo dell'emendamento, con 461 voti favorevoli e nessuno contrario. Un “sì” bipartisan accolto dall'applauso dei deputati di Forza Italia e Partito democratico, le cuie deputate, la scorsa settimana, avevano occupato i banchi del governo in segno di protesta contro il naufragio della discussione e l'annuncio di un riesame da zero. La notizia è stata rilasciata come anticipazione dai deputati del Movimento 5 stelle, in particolare dalla presidente della Commissione Giustizia Francesca Businarolo: “Portiamo in aula un emendamento della Commissione presentato dalla relatrice Stefania Ascari e condiviso da tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione. Felici per aver trovato questa intesa”. Il testo prevede che chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda immagini o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito, concepiti per restare privati (quindi senza il consenso di chi vi è rappresentato) rischia una reclusione da uno a sei anni, con multa da 5000 a 15000 euro.
Castrazione chimica, c'è il dietrofront
Ancora incertezza sul punto della castrazione chimica per chi compie violenze sessuali, sul quale c'è il dietrofront, con il ritiro del testo annunciato dal ministro Giulia Bongiorno: “Siamo consapevoli che questo emendamento, in questa fase, non è condiviso dal M5S. Abbiamo una priorità, in questo momento, che è quella di fare andare avanti in maniera compatta il Governo e questo provvedimento”.
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