Matteo Renzi sceglie lo studio di Quinta Colonna su Rete 4 per siglare il “patto della lavagna”: una serie di misure economiche che il governo varerà per tentare di rilanciare i consumi. E anche il primo spot in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre, una “partita” fondamentale per il premier.
Nella stessa occasione avverte Angela Merkel e Francois Hollande che se in Ue sceglieranno di “vivacchiare”, “l’Italia la faccia non ce la mette”. Difende il taglio dei costi effetto della riforma costituzionale. Tocca insomma i temi più caldi dell’agenda politica, Matteo Renzi. E sceglie lo studio tv di Quinta Colonna, su Rete Quattro, per tracciare le sue linee di azione, poche ore dopo aver fissato al 4 dicembre la data del referendum e poche ore prima di varare il Def. “Non faccio la guerra – spiega il premier – ma speravo che la Merkel e Hollande volessero rilanciare l’Ue. Ora mi pare che l’atteggiamento sia cambiato. Allora dico: se volete fare una cosa seria, di alto profilo, l’Italia c’è, se volete vivacchiare amici come prima”. Anche perché in ballo ci sono temi delicati e sensibili tra gli italiani come l’immigrazione.
Renzi conferma che l’Italia continuerà a salvare vite, ma afferma che la soluzione è “aiutarli a casa loro”, bloccando le partenze in Africa. E se su questo l’Ue continua a fare “gruppi di studio” senza prendere l’iniziativa, “fa arrabbiare”. Se gli altri Paesi europei “fanno gli splendidi” ma poi “ci lasciano soli”, “non ci stiamo: non possiamo diventare un imbuto”, scandisce. Non teme il ritorno di Beppe Grillo alla guida del M5s?, domanda Paolo Del Debbio. “No. Se gli italiani vogliono Grillo, votino Grillo…”, scrolla le spalle il leader Pd. Ma poi spiega che i Cinque stelle sono quelli che dicono “sempre No”, anche alle Olimpiadi. Con loro, così come Matteo Salvini che viene ospitato a Quinta Colonna subito dopo di lui, Renzi se la dovrà vedere tra dieci settimane nelle urne referendarie. E su quel fronte il premier oppone l’argomento dei “500 milioni di risparmi” stimati. “Questa non è una riforma come quella di D’Alema o Berlusconi, che ha cambiato i poteri del premier. E’ la riforma – afferma – che taglia il numero dei politici. E se riduci le poltrone non riduci gli spazi di democrazia”.
Il premier, che dovrà affrontare in parallelo la campagna referendaria e la manovra economica, torna poi anche sui temi economici. Ribadisce che l’Italia – che l’Ue voglia o no – metterà fuori dal patto di stabilità le spese per migranti e per la messa in sicurezza antisismica. E sulla lavagna che gli piazza davanti Del Debbio schematizza gli interventi principali della legge di stabilità: “Ires e Iri si abbassano tutte e due. E per le pensioni ci saranno due interventi: l’Ape per l’anticipo pensionistico su base volontaria di chi è stato fregato dallo scalone e la quattordicesima alle pensioni minime”. L’obiettivo in vista della manovra, spiega, è raddoppiare la quattordicesima alle minime fino a 1000 euro. Per l’Ape, afferma, la penalizzazione sarà del 5%. Ma per “alcune categorie come i genitori di figli disabili, esodati o lavoratori impegnati nei lavoratori usuranti, dell’1”.