Il Cern è il simbolo dell’Europa che funziona. Matteo Renzi ha voluto rimarcarlo, visitando il più importante centro di ricerca al mondo, prima di proseguire per Bruxelles, nelle stanze dell’altra Europa, quella della burocrazia, alle prese con la crisi greca. “Il futuro del nostro continente è sempre più nella ricerca – ha spiegato il premier su Facebook – nella cultura, nei laboratori e sempre meno nelle burocrazie noiose e stanche. Dobbiamo smettere di autoflagellarci e valorizzare quanto di bello il nostro paese riesce a fare nel mondo. Coraggio, Italia”. Nella visita a uno dei “luoghi sacri” della scienza, nel quale il nostro Paese svolge un ruolo di primissimo piano, è stato accompagnato dal ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, Stefania Giannini e da due ciceroni d’eccezione: il direttore generale del Cern Rolf Heuer e la nostra Fabiola Gianotti, che subentrerà alla guida del laboratorio di fisica a partire dal primo gennaio 2016.
Insieme a Renzi anche Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica e senatore a vita, il fisico Antonino Zichichi, Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e Sergio Bertolucci, direttore della ricerca e del computing del Cern. Il presidente del Consiglio, dopo la visita ai tunnel e agli edifici che ospitano l’esperimento Atlas (legato alla scoperta del Bosone di Higgs) ha tenuto un discorso, incontrando poi i giovani scienziati e la comunità italiana.
Renzi ha assicurato che il nostro Paese accrescerà il suo sostegno al laboratorio: “L’Italia contribuisce per l’11% al budget del Cern, potrà fare di più nei prossimi anni: questo è l’impegno che voglio prendere oggi e il ministro Giannini è già incaricata di lavorarci”. Ferroni ha ringraziato il presidente del Consiglio per la sua presenza (definita un “motivo d’orgoglio”). “Rappresenta, infatti, un riconoscimento, da parte di una delle più alte cariche istituzionali del Paese, dell’eccellenza del Cern e delle ricerche che qui vengono condotte, e un’attestazione di stima per il lavoro dei nostri scienziati”. Ferroni ha sottolineato il contributo offerto dall’Italia al Cern, in particolare dalle industrie nazionali che hanno sviluppato tecnologie d’avanguardia “rendendo possibili questi esperimenti” e l’Istituto nazionale di fisica nucleare, “che coordina la partecipazione italiana a queste ricerche”.