Per l’Italia il 2015 sarà decisivo per la ripresa. Matteo Renzi lo ha detto durante la consueta conferenza di fine anno del presidente del Consiglio. “C’è senso di preoccupazione, stanchezza, sfiducia – ha detto il premier- non è solo un fatto economico, ma culturale, civile, sociale. Ma io sono sicuro ancor più di febbraio che non solo l’Italia ce la può fare ma che ce la farà senza ombra di dubbio”. Il 2015 sarà nevralgico dunque ma questo, ha sottolineato Renzi, “non è un termine perentorio bensì impegnativo”. L’incontro con i giornalisti ha permesso al capo del Governo di tracciare un bilancio sul lavoro dell’esecutivo. “Abbiamo fatto tutto quello che abbiamo promesso” ha affermato. “In 10 mesi abbiamo fatto tanti errori, ma tutti i procedimenti sono stati avviati, con l’eccezione della scuola, perché abbiamo fatto un dibattito”.
Ecco perché, ha evidenziato, “non si può accettare una ricostruzione per cui l’Italia che non fa ciò che aveva promesso”. Politicamente il 2014 si è aperto con il Patto del Nazareno, un accordo che il premier e il leader azzurro hanno difeso a spada tratta, nonostante le critiche. “Se qualcuno pensa che esista Forza Italia senza Berlusconi, auguri – ha detto Renzi-. E’ un’ipotesi che non può venire in mente neppure ai teorici del girotondismo più puro”. Le polemiche di questi giorni riguardano la riforma del Lavoro e la mancata estensione del Job Act agli statali, una scelta che Renzi ha rivendicato. “In Consiglio dei ministri ho proposto io di togliere la norma sui dipendenti pubblici – ha chiarito il segretario del Pd – perché non aveva senso inserirla in un provvedimento che parla di altro. Il Jobs act non si occupa di disciplinare i rapporti del pubblico impiego”.
Altro tema caldo è il Quirinale, viste le prossime dimissioni di Giorgio Napolitano. “Quello sul Colle non è un test politico – ha sottolineato Renzi – in ogni caso se e quando Napolitano deciderà di lasciare avrà il diritto anzi il dovere da parte nostra di ricevere un grazie. Fino a quel momento ogni discussione è vana da quel momento siamo nelle condizioni di poter individuare un successore”. Nel 2015 andrà poi risolto il caso Marò, Renzi ha parlato di “una vicenda molto seria molto difficile per ciò che è accaduto in passato, su cui ognuno di noi si tiene il suo giudizio: oggi questione aperta con un paese come India, amico,alleata dell’Italia che nelle ultime ore ha aperto un canale di confronto diretto anche con dichiarazioni che abbiamo apprezzato”. “E’ utile per chiudere la vicenda” dei marò “mantenere il tono necessario dei canali legittimi giudiziari e diplomatici, senza inutili show o inutili iniziative politiche come alcune di quelle che ho visto, assolutamente incredibili, di ministri dei governi precedenti”.