Trascorso appena qualche giorno dal discusso endorsement di Romano Prodi, il leader del Partito democratico, Matteo Renzi, torna sulla questione durante la sua ospitata a 'Porta a porta', sostenendo che le parole dell'ex premier sono “una cosa che fa piacere”. Questo “anche perché, con questo sistema, quelli che votano sinistra radicale fanno un favore a Salvini, ogni voto al partito di D'Alema favorisce il candidato di Salvini e Grillo, è la realtà dei fatti, oggettivamente”. Ottimista sui sondaggi, che lo vedrebbero al 23%, e fiducioso nel programma elettorale in procinto di essere presentato, il segretario dem punta decisamente allo status di miglior partito d'Italia, l'unico modo “per dare le carte” subito dopo le elezioni, quando sarà il momento di formare il Governo.
“Mai con gli estremisti”
A poche ore dal polverone parzialmente sollevato da 'Reuters' sulla presunta apertura di Luigi Di Maio a un governo di larghe intese, poi smentita, Renzi ribadisce che un dibattito con Forza Italia o con il Movimento 5 stelle sarebbe inutile: “A parte che correre dietro quello che dice Di Maio ti fa venire il mal di testa, non si capisce cos'è il Centrodestra, è una discussione lunare. Noi con gli estremisti non andremo mai”. Uno scenario che, a maggior ragione, deve vedere nel Pd il primo gruppo parlamentare: “Perché, per assurdo, in un tavolo a quattro con M5s, Lega, Forza Italia e Pd, cosa che non accadrà, se siamo il primo partito chi dà le carte? Di Maio pensa di far lui il premier di un governo di larghe intese?”. A proposito dei pentastellati, prosegue Renzi, “è incredibile: metà dei candidati M5s vengono da noi, c'è chi era due mesi fa all'assemblea programmatica”.
Programmi di governo
Per quanto riguarda il programma di governo, la cui rivelazione è attesa a Bologna, il segretario dem ha anticipato che “nella prossima legislatura mettiamo l'attenzione alle famiglie, ma nessuno prenderà meno di quello che prende oggi: per ciascun figlio, non per quello di Marchionne, con 120mila euro di limite, nella nostra proposta c'è una clausola che dice che comunque ciascuna famiglia che ha almeno un figlio ha 80 euro netti mensili di più per ciascun figlio”. Una misura che Renzi ha definito “la più costosa” della proposta democratica: “Vale mezzo punto di Pil, circa 8,5-9 miliardi di euro”. L'obiettivo è estendere gli 80 euro anche alle partite iva, parte delle “piccole cose quotidiane” annunciate nel programma al posto “degli effetti speciali”.