“Se facciamo ciò che siamo in grado, l’Italia dei prossimi anni sarà locomotiva in Europa”: a pronunciare queste parole è Matteo Renzi, giunto a Brescia per l’assemblea degli industriali nello stabilimento della Palazzoli. Il premier ha poi lanciato un’allarme che riguarda le relazioni sindacali: “C’è un disegno – ha sottolineato Renzi -per dividere il mondo del lavoro”.
Accolto da contestazioni e fischi, il presidente del Consiglio ha spiegato: “Se vogliono contestare il governo lo facciano, ma senza fare del mondo del lavoro il campo di gioco di uno scontro politico”. Per il Premier non bisogna “sfruttare il dolore dei disoccupati”: non esiste una doppia Italia, dei lavoratori e dei padroni, ha sottolineato Renzi, “c’è un’Italia unica e indivisibile e questa Italia non consentirà a nessuno di scendere nello scontro verbale e non solo, legato al mondo del lavoro”. Poi il premier è entrato nel vivo del discorso con gli industriali presenti in platea: la prospettiva del governo, ha spiegato, è quella di stabilizzare “un’unica tassa locale che sia affidata al sindaco e che non veda più lo Stato mettere bocca”: una volta messo in piedi il nuovo sistema, “ci sarà libertà totale dei sindaci” in materia, con relative “responsabilità”.
Pieno appoggio a Renzi dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che si è rivolto al premier durante l’assemblea degli industriali di Brescia, spiegando: “Lei si è assunto il pesante fardello di far uscire l’Italia dalle secche di regole e culture sorpassate che sappiamo ci condurrebbero a un lento ma inarrestabile declino”. Dopo aver ringraziato Renzi, Squinzi è tornato a chiedere un’inversione di rotta a Bruxelles: “I risultati sono sotto gli occhi di tutti: l’intera eurozona, dalla periferia al nocciolo duro, Germania compresa, condivide bassa crescita, una debole domanda interna e come prima, ovvia conseguenza una crisi occupazionale”.
Alt all’austerità dunque, che ha prodotto danni, e largo alle politiche orientate alla crescita: “Da tempo – ha affermato Squinzi – sosteniamo che servono scelte diverse ed espansive nella politica economica europea”. Squinzi ha confermato il giudizio sostanzialmente positivo sulla manovra 2015 che però, ha osservato: “non può dirsi pienamente espansiva, anche se certamente limita dosi ulteriori di restrizione della domanda. Servono sforzi aggiuntivi”.