La candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Liguria, Raffaella Paita, è indagata per mancata allerta in occasione dell’alluvione di Genova dello scorso ottobre e ha ricevuto un avviso di garanzia. Un grosso guaio in casa Dem a poco più di un mese da un voto decisivo per vincere la partita del Nord Italia in un territorio per tradizione vicino alla sinistra. Il Pd locale ha fatto quadrato attorno alla Paita che ha ribadito più volte la sua innocenza ma bisognerà in ogni caso fare i conti con Matteo Renzi. Il premier sinora ha adottato per la linea dura nei confronti degli indagati e non sono esclusi colpi di scena. Fair play, invece, da parte di Giovanni Toti, che sarà avversario della Paita. L’esponente di Forza Italia ha rimproverato alla sua concorrente solo “errori politici” pur avendo detto di rimanere “garantista”.
Più duro è invece stato il giudizio espresso da Alessandro Cattaneo, membro del Comitato di Presidenza di Fi e responsabile Formazione del partito, che sulla sua pagina Facebook ha scritto ” mi aspetto che l’intransigente segreteria del Pd applichi lo stesso metodo seguito per il caso Lupi. Passo indietro del politico coinvolto ed arrivederci”. Invece Alice Salvatore, la candidata del M5s ha lanciato l’hashtag #fuorigliindagatidallaregione. Paita è indagata, in concorso con la dirigente di Protezione civile Gabriella Minervini, per disastro e omicidio colposi oltre che per omissione di atti d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sull’alluvione del 9 ottobre 2014 dove perse la vita Antonio Campanella, un infermiere in pensione travolto dalla piena del Bisagno.
I magistrati aprirono un fascicolo per disastro e omicidio colposi subito dopo l’evento. Paita e Minervini hanno ricevuto un mandato a comparire che fissa la data dell’interrogatorio davanti ai pm come persone indagate e non piu’ come persone informate dei fatti. Raffaella Paita era stata sentita dai magistrati Gabriella Dotto e Patrizia Ciccarese, che coordinano l’inchiesta, lo scorso 17 novembre per oltre 4 ore come persona informata sui fatti. Aveva spiegato ai pm di essere rimasta tutta la notte nella sala della protezione civile che però, secondo l’accusa, quella sera alle 18 era stata chiusa e riaperta solo a ridosso della tragedia.