Un video, girato all’insaputa di Giulio Regeni e trasmesso dalla tv egiziana, mostra il ricercatore friuliano ucciso lo scorso anno al Cairo parlare con il presidente del sindacato dei venditori ambulanti egiziani, Mohamed Abdallah. Nel dialogo trasmesso dall’emittente “Sada El Balad“, l’uomo chiede denaro per curare la propria moglie malata di cancro: Regeni rifiuta di darlo ma prospetta la possibilità di finanziare la raccolta di “informazioni” sul sindacato e i suoi “bisogni“.
Il video, rilanciato ora su Youtube, ma trasmesso in mattinata in esclusiva dal Messagero.it, mostra il volto di Regeni, di cui si sente la voce parlare in buon arabo e rispondere a un uomo che parla egiziano e che evidentemente tiene un telefonino seminascosto. “Primo video di Regeni con il presidente del sindacato dei venditori ambulanti”, è scritto in sovrimpressione. Il sindacalista, fra l’altro, dice “mia moglie ha il cancro e deve subire un’operazione e io devo cercare denaro, non importa dove”. Regeni risponde: “Il denaro non è mio. Non posso usare soldi per nessun motivo perché sono un accademico”. Ad Abdallah che insiste, il ricercatore replica che soldi “arrivano attraverso la Gran Bretagna e il centro egiziano che lo dà agli ambulanti”. “Bisogna cercare di avere idee e ottenere informazioni prima del mese di marzo”, dice fra l’altro Regeni nel video di 3:47. Alla domanda “che tipo di informazioni vuoi?”, il ricercatore risponde: “qual è la cosa più importante per te per quanto riguarda il sindacato e quali sono i bisogni del sindacato“. “Voglio idee a partire da tale questione, la più importante per noi, e si potranno sviluppare le idee”, dice ancora Regeni.
Secondo quanto appreso dall’Ansa la clip sarebbe stata girata il 6 gennaio 2016 con una apparecchiatura in dotazione alla polizia del Cairo nascosta in un bottone della camicia di Abdallah. Per chi indaga in Italia sull’omicidio del ricercatore friulano ciò conferma del coinvolgimento delle forze dell’ordine nella realizzazione del video.
Il capo del sindacato degli ambulanti avrebbe denunciato Regeni alla polizia prima del 6 gennaio, dunque prima del colloquio videoripreso, e non il 7 gennaio come indicato in un primo momento dai magistrati egiziani ai colleghi romani, forse perché tratti in inganno dalla stessa polizia. Dopo la denuncia di Abdallah la polizia si sarebbe d’accordo col sindacalista per girare il video.