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Referendum sulla Tav: nuova frattura nel Governo

Che la Tav e le grandi opere in genere siano un terreno di scontro a Palazzo Chigi è risaputo. Ora sulla linea ad alta velocità Torino-Lione si apre un nuovo fronte legato all'ipotesi di un referendum consultivo, per verificare l'opinione dei cittadini riguardo la possibilità di proseguire i lavori oppure no. A ventilare l'ipotesi del voto è stato il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che ha detto tre giorni fa: “Aspettiamo il rapporto costi/benefici, ma visto che riguarda soprattutto torinesi e piemontesi e gran parte della penisola italiana, se non si arrivasse a una decisione, chiedere ai cittadini cosa ne pensano potrebbe essere una strada”.

Toninelli apre. Fico: “Voterei no”

Il ricorso alle urne troverebbe il placet del ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. Assenso che è invece negato da Roberto Fico, altro esponente 5Stelle nonché presidente della Camera, il quale ha spiegato che “se ci fosse un referendum voterei no”. Tuttavia ha precisato che “una forza politica, in questo caso il Movimento 5 Stelle, che ha costruito il suo programma anche sul no Tav non può volere un referendum”. E poi ancora: “Non vorrei la Tav, ma il punto è che bisogna comprendere lo sviluppo che vuole il Paese: dove vuole andare il Paese, se verso le energie rinnovabili, verso l'abbandono del carbone e del gas, di fonti fossili, che tipo di società vuole essere”. Sono “questi i temi” su cui riflettere, secondo Fico, che ha ribadito: “Secondo me la Tav non va in questo senso”.

I distinguo di Rixi e le parole di Berlusconi

La posizione della Lega è a favore della Tav. La Stampa riporta le dichiarazioni di Edoardo Rixi, viceministro leghista dei Trasporti, che ritiene sia il caso di frenare solo se dalla Francia dovessero arrivare notizie negative sulle tempistiche di completamento. L'esponente del Carroccio afferma che “se ci dicessero che verrà completata dopo il 2030, allora potremmo anche pensare di trovare soluzioni alternative”. Secondo il viceministro, “se per la Tav ci diranno che ci vorrà troppo tempo, potremmo convogliare i nostri sforzi sui valichi alpini, dalla Genova-Ventimiglia al Brennero”. Ma, lentezze escluse, Rixi è dell'idea che si debba andare avanti. Sulla questione è intervenuto anche Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, nel corso della presentazione del libro di Bruno Vespa. “Ho sentito Salvini, ho parlato direttamente con lui. Mi ha detto di essere assolutamente convinto che la Tav vada fatta, senza il referendum. Il referendum prevede tempi troppo lunghi rispetto a quelli europei”. Forza Italia è da sempre schierata a favore della linea ad alta velocità Torino-Lione. Il promotore della petizione “Sì Tav” e tra gli organizzatori della piazza del 10 novembre è infatti Mino Giachino, già sottosegretario ai Traporti ai tempi di Berlusconi a Palazzo Chigi.

Comitati per il Sì contro il referendum

Proprio i comitati favorevoli alla Tav rifiutano l'ipotesi di un referendum. “In questi giorni si parla molto di un eventuale referendum sulla Tav valutando vantaggi e svantaggi. La realizzazione dell'opera è oggetto di una legge dello Stato, che ratifica un trattato internazionale. Questo non può essere oggetto di un referendum“. Ad affermarlo sono le sette promotrici del Comitato 'Sì Torino va avanti', che aggiungono: “Un eventuale referendum potrebbe pertanto essere richiesto soltanto come consultazione sul parere dei cittadini”. “Ora, visto che il Governo ha nelle sue mani tutti gli elementi per decidere sul proseguimento dell'opera – aggiungono – riteniamo che delegare le responsabilità alla consultazione popolare sia inutile e potrebbe rappresentare soltanto una strumentalizzazione ad uso dei partiti”. “Infine – concludono – riteniamo che dilatare ulteriormente i tempi per l'esecuzione dei lavori per attendere i tempi tecnici necessari per un referendum sia del tutto inappropriato“.

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