“La costituzione e le leggi ce lo impediscono ma noi avremmo avuto tutto l’interesse a spacchettare, più vai sul quesito, più la gente è favorevole”. Lo ha detto Matteo Renzi, a Radio Montecarlo. “Se vince il Sì – ha aggiunto il premier – ci sono meno posti della politica e la politica si semplifica, se vince il No per la politica resteranno l’instabilità, gli inciuci, gli accordicchi”. Il segretario del Pd si è poi chiesto: “Al referendum chi è l’antisistema? Chi difende i rimborsi dei consiglieri, i super stupendi dei senatori, i professoroni che con una superpensione criticano la riforma o un gruppo di persone che provano a cambiare il Paese? Io ho 41 anni, non rappresento il sistema, lo sono quelli che per 30 anni potevano cambiare e se ne sono allegramente disinteressati e ora sono tornati più per tornare al potere che per altro”.
Alla fatidica domanda del cosa farà se vince il No al referendum, ha risposto: “Vince il Sì, così la smettiamo di parlare di cosa faccio…Mettiamola così: io ho 42 anni, considero un privilegio aver servito il Paese per due anni, se devo stare in Parlamento a galleggiare non sono adatto, posso farlo solo se posso cambiare il Paese. Chi vota No per antipatia rifletta, il voto non è un dispetto a me”.
Renzi ha assicurato che “sulle pensioni minime è tutto confermato: la minima sotto i mille euro nel 2017 aumenta dai 30 ai 50 euro netti euro mensili”. E poi ha aggiunto: “Da quando sono premier le tasse hanno cominciato a scendere ma sono d’accordo che è ancora troppo poco“.
Il premier ha infine ribadito la linea di governo nei rapporti con Bruxelles: “Non so se l’Ue non si fida ma se è così glielo spieghiamo bene: utilizzeremo tutto quello che serve per mettere a posto le scuole e poi gli amici dell’Ue sappiano che l’Italia smette di fare il salvadanaio. O l’Ue cambia linea, a partire dalla questione dei migranti, oppure noi mettiamo il veto sul bilancio”.