Una multa costosa quanto una notte alla Empathy Suite del Palms Casinò Resort. Se non ci sono dubbi che, per la stanza da 800 metri quadrati di Las Vegas, le recensioni mendaci sono quasi impossibili, è proprio per “informazioni ingannevoli” che il Consiglio di Stato, accogliendo l'appello presentato dall'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, ha deciso di multare Tripadvisor con una sanzione di 100.000 euro. Per l'Organo, alcuni claim del portale sarebbero stati “idonei a ingenerare in un utente medio di internet il falso convincimento dell’attendibilità e della genuinità delle recensioni pubblicate”.
Nessuna garanzia
Per il Consiglio di Stato, non c'è garanzia che le recensioni di alberghi, ristoranti o locali siano conformi salla realtà. La questione era già emersa nel 2014, quando l'Antitrust multò TripAdvisor con una sanzione di 500.000 euro per aver diffuso “informazioni ingannevoli suelle fonti delle recensioni”. Un anno dopo, però, il Tar aveva annullato la multa in quanto la società non si sarebbe mai fatta portavoce delle recensioni. La recente sentenza del Consiglio di Stato ribalterebbe, dunque, il giudizio dei giudici amministrativi perché, se è vero che la piattaforma non può fare un controllo capillare delle recensioni, è altrettanto reale l'influenza che i feedback generno sui consumatori “ingenerando il falso convincimento dell’affidabilità delle recensioni pubblicate”.
A volto scoperto
Per Federalberghi si tratta di un passo in avanti che giova alle strutture turistiche e alberghiere. Tuttavia, come sostiene l'associazione di categoria, è necessario che sia ribadito il principio di responsabilità. Un passo significativo sarebbe quello di identificare il cliente con nome e cognome e non con un nickname. Sebbene sia importante che ognuno esprima la sua opinione, per Federalberghi è un diritto degli utenti riconoscere l'identità dell'autore che recensisce e sapere se sta rilasciando un commento mendace o veritiero. Per TripAdvisor, la decisione non tocca l'attendibilità del servizio offerto: “Milioni di consumatori italiani si fidano di TripAdvisor e a ragione: la loro personale esperienza nell’utilizzo del sito ha dimostrato loro che è utile e accurato. Niente nella sentenza indebolisce questo fatto. Il Consiglio di Stato ha confermato che non ci sono prove che TripAdvisor abbia ingannato i consumatori” ha dichiarato in una nota la società.