E'in aumento il numero dei “nuovi poveri”. Infatti, nel primo trimestre 2018, le persone beneficiate da misure di contrasto alla povertà sono quasi 900 mila; ben 7 su 10 dei beneficiari risiedono al Sud. E' quanto si legge nell'Osservatorio statistico sul reddito di inclusione presentato oggi dall'Inps e dal Ministero del Lavoro secondo il quale sono stati coinvolti dal Rei (Reddito di inclusione) 316.693 persone (in 110 mila famiglie) mentre altre 47.868 persone (in 119 mila famiglie) sono state interessate dal Sia (il sostegno di inclusione attiva).
Disoccupati over 55
Secondo i dati del report, il 73% dei nuclei percettori di Sia e Rei è una famiglia con almeno tre componenti ma l'11% è una famiglia con un solo componente. Se si guarda al solo Rei il 23% dei nuclei percettori (110 mila nel complesso) è composto da un solo componente, in gran parte dei casi un over 55 disoccupato. Gli importi medi mensili per le famiglie sono di 297 euro per il Rei e di 244 euro per il Sia (119 mila famiglie).
Secondo l'Inps, le misure di contrasto alla povertà hanno raggiunto il 50% della platea potenziale. I benefici economici del Reddito di inclusione (misura nazionale di contrasto alla povertà erogata dal primo gennaio 2018), del Sia e delle misure regionali – spiega il presidente dell'Inps Tito Boeri – “hanno raggiunto 251 mila famiglie al 23 marzo di quest'anno, coinvolgendo 870 mila persone. Si tratta di dati cumulabili. Possiamo dire che in Italia un reddito minimo c'è”.
L'appello
“Faccio un appello a chi ha agitato in queste ultime settimane la bandiera del reddito minimo – dice Boeri su Huffpost – bisogna porsi come obiettivo prioritario di trovare più risorse per il Rei e spero non si voglia mettere in discussione ma andare avanti con il lavoro”, auspica Boeri.
“Noi con il Rei – conclude – abbiamo colmato un ritardo di 70 anni rispetto ad altri Paesi. Oggi c'è un reddito minimo, ai primi passi ma c'è già: è ancora sottofinanziato ma la platea da luglio salirà a 2,5 milioni di persone e 700.000 famiglie”.