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Primarie Pd: Orlando si rivolge ai delusi, Emiliano punta sull’affluenza

Archiviata la sconfitta al primo turno del congresso Pd, Andrea Orlando guarda al prossimo, decisivo, appuntamento, quello del 30 aprile quando si svolgeranno le primarie aperte a tutti. “I dirigenti che hanno guidato la scissione mi hanno eletto loro principale bersaglio – ha spiegato a Repubblica -. Mi rivolgo invece ai delusi: datemi una mano a cambiare il Pd da dentro, possiamo vincere questa sfida“.

Il ministro della Giustizia ha sottolineato la necessità di unire il centrosinistra. “Bersani e il suo movimento – ha detto – la smettano di avere come avversario esclusivo il Pd”. Secondo Orlando la leadership di Matteo Renzi, “per come si è gestito il post 4 dicembre”, è compromessa. “Se si continua così, non c’è via d’uscita all’arroccamento nel quale è chiuso il Pd. Io non giudico le qualità del leader, ma la sua proposta. Senza una correzione – ha avvertito – rischiamo molto, prima alle amministrative, poi alle politiche. Se non ci sforziamo di capire perché alcuni pezzi di società si sono allontanati”.

Alla convention di sabato prossimo a Napoli, ha annunciato, “diremo cosa fare per l’Italia. Metteremo al centro il tema del lavoro e della lotta alla povertà. Daremo risposte nuove sulla famiglia. Costruiremo un vocabolario per il riformismo del nuovo millennio. E metteremo questa proposta a disposizione di tutto il centrosinistra. Tutto ha un senso se riusciremo a ricostruirlo. È l’unico modo per uscire dall’isolamento sociale e politico nel quale si è cacciato il Pd”.

I gazebo hanno anche sancito la sonora sconfitta di Michele Emiliano, che ha superato di poco la soglia del 5%. Ma il governatore pugliese non si arrende e rilancia la sua mozione, l’unica, a suo dire che “può evitare nuove scissioni“. Emiliano, al Corriere della Sera, si appella agli elettori, consapevole che se “andrà a votare meno di un milione di elettori vincerà Renzi”, mentre con un numero superiore una sua affermazione sarebbe possibile. “Vedo che i vecchi comunisti hanno votato Renzi – ha evidenziato -. Il nuovo è arrivato dalla mia parte. I delusi dal renzismo sappiano che con due euro possono chiudere un’era. Il Pd ha scelto di dividere, senza un progetto chiaro. Non mi stupisce che gli elettori scelgano i 5 Stelle: sembrano meno ipocriti”. In caso di vittoria, “il mio Pd sarebbe molto caldo e molto tecnologico. Non ci sarebbero più le vecchie tessere. Si dovrebbe dimostrare la partecipazione per poter votare nei circoli. Si pagherebbe l’iscrizione a seconda del reddito. E i circoli verrebbero consultati di più”.

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