Quaranta nuovi indagati per il crollo del ponte Morandi, a Genova. La Guardia di Finanza ha notificato da stamattina i nuovi avvisi di garanzia alle persone interessate, che sarebbero in tutto una quarantina, come scrive il Corriere della Sera. Le nuove notifiche si vanno così ad aggiungere ai 21 già presenti nel fascicolo aperto dalla Procura di Genova subito dopo la tragedia, avvenuta lo scorso 14 agosto.
Diritto di difesa
I nuovi nomi sarebbero emersi dalle indagini che si stanno spingendo fino ai primi anni '90, periodo durante il quale venne eseguito il primo lavoro di retrofitting nella pila 11 e riguarderebbero soprattutto ex funzionari e dirigenti di Autostrade per l’Italia, Spea, Ministero delle Infrastrutture e Anas che – a partire specificatamente dal 1992 – si sono occupati del ponte di Genova. Le ipotesi di reato sono di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti e lesioni colpose. Molti degli avvisi di garanzia sono per il reato di falso ideologico. Non è un caso che l’indagine della procura ligure si sia allrgata proprio in queste ore. Sta infatti per partire il secondo incidente probatorio che dovrà spiegare le cause del disastro. Procedura per la quale l’accusa vuole garantire il diritto di difesa a tutti i possibili responsabili del crollo.
La tragedia
Alle ore 11:36 del 14 agosto 2018 la sezione del ponte che sovrasta la zona fluviale e industriale di Sampierdarena, lunga 149,12 m, del viadotto Polcevera (noto anche come ponte Morandi o ponte delle Condotte) è improvvisamente crollata insieme al pilone di sostegno numero 9, provocando 43 vittime tra le persone a bordo dei mezzi che transitavano sul ponte e tra gli operai al lavoro nella sottostante isola ecologica dell'Amiu, l'azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti.