“La scelta del Governo di prorogare con decretazione d’urgenza, per un altro anno, il trattenimento in servizio solo di alcuni dei magistrati che sarebbero andati in pensione il prossimo dicembre, appare inaccettabile sotto diversi aspetti”. Lo scrive l’Associazione nazionale Magistrati (Anm), secondo cui “oltre a dimostrare una scarsa lungimiranza nella politica giudiziaria, produce chiare situazioni di disparità di trattamento, è viziata da profili di illegittimità costituzionale, che saranno certamente fatti valere da chi non beneficerà della norma, e crea, per la prima volta nella storia repubblicana, la distinzione, peraltro decisa dall’Esecutivo, tra magistrati di serie A e magistrati di serie B”.
Per il sindacato dei giudici si tratta di un provvedimento “che, come tutti gli atti legislativi destinati a pochi, pone in essere un grave vulnus costituzionale”. L’Associazione Nazionale Magistrati “auspica, pertanto, un immediato ripensamento nell’interesse dell’intera magistratura, disorientata e quantomeno sdegnata da questa politica dei “due pesi e due misure”, e di tutti i cittadini, i quali con difficoltà comprenderanno le ragioni di questa scelta”.
A differenza delle misure varate per due anni di fila, quella decisa dal Consiglio dei ministri per decreto legge, è una proroga circoscritta, estesa solo alle alte Corti: Cassazione, Consiglio di Stato, Corte dei Conti, Avvocatura dello Stato. Restano fuori i magistrati ordinari. Una scelta frutto di una mediazione tra Palazzo Chigi e ministero della Giustizia, che ha l’effetto di non tradire la strada intrapresa dal governo Renzi, quando nel 2014 tagliò l’età pensionabile delle toghe, dovendo poi fare marcia indietro con due proroghe; ma che scontenta tanti ordinari di rango e in posizioni di vertice, esclusi dalle nuove misure. L’Anm aveva già parlato nei giorni scorsi di norma “improvvisata”. Una stilettata arriva dal presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, che si chiede se Renzi abbia “qualcosa da farsi perdonare”.
Il testo, in 10 articoli, prevede anche misure per coprire i vuoti di organico aumentando sino a un decimo i posti messi a concorso nel biennio 2014-2015; riduce la durata del tirocinio da 18 a 12 mesi per i chi i concorsi li ha passati; consente di applicare alle sezioni magistrati del massimario della Cassazione; sveltisce il processo amministrativo telematico. Saltate invece misure di natura processuale, per ridurre i tempi di trattazione dei ricorsi civili in tribunale e in Cassazione prese in esame prima del Cdm. “Il decreto è un passo avanti nella direzione dell’ammodernamento del sistema giustizia”, commenta il sottosegretario Cosimo Ferri. Ma è la proroga della pensione la misura che farà discutere.