La partita l’ha vinta Renzi, ancora una volta. Difficile non vedere dietro le dimissioni di Maurizio Lupi l’esplicita volontà del premier di non avere in squadra ministri coinvolti – anche indirettamente – in inchieste giudiziarie. Soprattutto se non appartengono alla galassia Pd. Ma dentro Ncd c’è chi non ha la memoria corta, basta andare un po’ indietro nel tempo e ripescare un altro scandalo recente: Mafia Capitale. Quando uscirono le foto del ministro Poletti, immortalato durante una cena con Salvatore Buzzi non venne usata la stessa severità. Il capo del governo si spese per difendere il numero uno del Lavoro dagli attacchi mediatici. Stessa cosa fatta da Angelino Alfano negli ultimi giorni, senza, però, ottenere i risultati sperati. E questa logica dei “due pesi e due misure” ha fatto sorgere più di un mal di pancia nell’ala centrista della maggioranza, specie ora che si apre la partita per occupare la casella vacante. All’inizio della prossima settimana il nome potrebbe arrivare sulla scrivania di Sergio Mattarella, al quale spetta l’imprimatur previsto dalla Costituzione.
Ma chi sarà? In pole position c’è Raffaele Cantone, attuale presidente dell’autorità nazionale Anticorruzione. Sarebbe il segnale giusto da lanciare all’opinione pubblica in vista di Expo e delle altre Grandi Opere su cui il governo sta puntando. In seconda fila c’è, invece, Mauro Moretti, altro uomo del cerchio magico del premier, promosso in estate al vertice di Finmeccanica. L’ex ad di Trenitalia è un vecchio pallino del premier, che lo avrebbe voluto a capo del Mit al suo arrivo a palazzo Chigi. Ultimo Graziano Delrio, che però il capo del governo vedrebbe bene anche in via XX settembre in luogo dello “scomodo” Padoan. Ma se il Mit dovesse andare a una pedina vicina a Renzi quale ministero destinare a Ncd? Quello degli Affari Regionali, rimasto senza guida dopo le dimissioni di Maria Carmela Lanzetta.
Il suo posto potrebbe essere preso da Gaetano Quagliariello. L’ultimo scenario è quello che porta dritti dritti al rimpasto, operazione che Renzi sogna dalla vittoria alle Europee ma non vuole attuare prima di aver messo in cassaforte le riforme per non turbare gli equilibri politici delle larghe intese. Il segretario del Pd potrebbe allora assumere ad interim il dicastero lasciato da Lupi, tagliare il nastro di Expo e poi mettere mano alla compagine governativa dopo le prossime amministrative, che potrebbero indebolire ancora di più i centristi.