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PARTE IL BONUS MAMME, SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE CON REDDITO BASSO

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Parte il bonus mamme, il decreto attuativo del provvedimento è arrivato in Gazzetta Ufficiale. Si stabilisce come l’Inps abbia 15 giorni di tempo per mettere a punto i modelli attraverso cui inviare domanda per ricevere l’assegno.

“La domanda per l’assegno è presentata all’Inps per via telematica secondo modelli predisposti dall’Istituto entro il quindicesimo giorno dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del presente decreto”, si legge nel testo uscito. Si prevede anche che l’Inps assicuri “le modalità più idonee per facilitare l’accesso alla misura da parte dei nuclei familiari, anche mediante le proprie sedi territoriali, il contact center e procedure telematiche assistite”.

Quanto ai tempi entro cui presentare la domanda, nel dpcm viene riportato come possa essere avanzata “dal giorno della nascita o dell’ingresso nel nucleo familiare a seguito dell’adozione del figlio”. Inoltre viene specificato che “ai fini della decorrenza dell’assegno dal giorno della nascita o dell’ingresso nel nucleo familiare a seguito dell’adozione, la domanda deve essere presentata non oltre il termine di 90 giorni dal verificarsi dell’evento ovvero entro i 90 giorni successivi all’entrata in vigore del presente decreto”.

Nel caso in cui la domanda sia presentata oltre i tempi previsti, “l’assegno decorre – si chiarisce – dal mese di presentazione della domanda”. L’incentivo alla natalità, viene ricordato nel decreto, passa attraverso un assegno pari ad 960 euro per figlio, ovvero 80 euro mensili, per le famiglie con un Isee non superiore ai 25 mila euro. Per i nuclei sotto 7.000 euro il bonus raddoppia.

L’assegno è concesso fino al terzo anno di età o d’ingresso nel nucleo familiare a seguito dell’adozione. Nel decreto viene anche riportato l’arco temporale di validità del bonus, che opera per “per ogni figlio nato o adottato tra il 1 gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017”. Il decreto, un dpcm, è composto da sei articoli e porta le firme del premier Matteo Renzi, oltre che dei ministri dell’Economia, Pier Carlo Padoan, del Lavoro, Giuliano Poletti, e della Salute, Beatrice Lorenzin (siglato il 27 febbraio, registrato dalla Corte dei Conti il 31 marzo).

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