“Le risorse sono pochissime dati i vincoli di bilancio. Il Pil è migliorato ma non in modo tale da allentarli in modo significativo”. E’ un parziale allarme quello lanciato dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, parlando della legge di Bilancio 2018 al convegno sulla “Buona finanza” organizzato dalla Cgil: “Il mercato del lavoro negli ultimi anni è migliorato: i lavoratori dipendenti stanno aumentando e il tasso dei posti vacanti aumenta. È vero che ci sono 3 milioni di persone in cerca di lavoro, ma se ci fermiamo al dato non capiamo dove sta andando il mercato del lavoro”. Secondo il guardasigilli, “l’occupazione giovanile è una delle pochissime voci che verrà aggredita nell’attuale quadro di risorse pubbliche”.
Investimenti e riforme
Nel suo intervento alla Cgil, il ministro ha spiegato che “se l’economia non crea lavoro, buon lavoro, la politica economica non funziona. Il lavoro è il metro definitivo nella valutazione della politica economica. Il problema è che non c’è la bacchetta magica”. Sul fronte investimenti, Padoan ha sottolineato la diversa tendenza fra quelli pubblici e privati: mentre i secondi “stanno aumentando”,infatti, i primi “sono una delle grandezze che meno ha contribuito alla ripresa”. E, in tema di investimenti pubblici, il ministro ha fatto mea culpa: “La Pa non ce la fa ad implementarli. E’ necessaria una riforma della pubblica amministrazione che è destinata a gestire gli investimenti”.
Padoan: “Occupazione giovanile e piano investimenti”
A questo proposito, il ministro dell’Economia ha sottolineato la valutazione, da parte del Governo, di un finanziamento ulteriore del piano investimenti, finanziato lo scorso anno, come ricordato ancora da Padoan, con 43 miliardi. Accrescere le finanze sull’occupazione giovanile, secondo il guardasigilli, è quindi una delle strade da seguire e che, assieme a un nuovo piano di investimenti, andrebbe a costituire “le due gambe di un abbozzo della strategia per l’occupazione”. E, nel concludere il suo intervento, il ministro ha concesso una chiosa sull’Europa, lamentando l’assenza di un fondo di emergenza in caso di crac: “Manca uno strumento di liquidità da usare nel caso dello scoppio di una crisi”. Per il ministro, l’unione bancaria europea “è lungi dall’essere completata”.