La riforma della Giustizia consisterà in una serie “di norme che consentono di rendere più rapidi i processi, perché l’elemento trasversale che caratterizza la tara del nostro sistema è un’endemica lunghezza dei processi”. Parola del ministro Andrea Orlando, intervenuto su Rtl durante Non Stop News. Il Guardasigilli ha poi spiegato che “nella giustizia civile questa lunghezza porta a dei tempi che tolgono qualunque credibilità al processo,.8,9, 10 anni per avere il riconoscimento di un credito, decine di anni per dirimere una controversia ereditaria”.
Un quadro che, per Orlando, “ha disincentivato gli investimenti nel nostro Paese e ha reso incerti i rapporti tra privati”. Un aspetto che ha suscitato i malumori delle toghe è la paventata riduzione delle ferie dai 45 ai 30 giorni. Sul punto il ministro ha spiegato che si aspetta dai magistrati “un’assunzione di responsabilità, un impegno per far funzionare meglio il sistema, ma non riteniamo che quel singolo intervento sia risolutivo o determinante”.
Ieri è arrivata l’ennesima fumata nera sulla nomina dei membri laici del Csm. Orlando si è detto preoccupato perché “il fatto che questa elezione si trascini rischia di creare una situazione veramente preoccupante, quindi speriamo che questa vicenda si chiuda più rapidamente. In più – ha aggiunto il Guardasigilli – anche il lavoro che vogliamo fare su questo fronte ha bisogno di un Csm, di un interlocutore, che ha anche la funzione di dare pareri su tutti i provvedimenti che riguardano l’organizzazione e il funzionamento della Giustizia e il fatto che non ci sia un Csm in funzione proprio in questo momento è particolarmente grave e delicato”