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Ok di Bruxelles alla Legge di Stabilità ma il debito rischia l’insufficienza

La legge di Stabilità ha ottenuto il via libera da parte della Commissione europea. Bruxelles ha approvato la bozza di bilancio presentata dall’Italia per l’ultima pagella dell’anno. Nel documento di analisi presentato dal responsabile degli Affari economici, Pierre Moscovici, e dal vicepresidente, Vladis Dombrovskis, non sono stati ravvisati elementi per una procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese. Insieme all’Italia è stato promosso anche il Belgio. Nota di biasimo, invece, per la Francia, che ha ritardato di tre anni il rientro nei parametri. Un buffetto alla Germania, cui viene nuovamente fatto notare che il suo attivo di bilancia commerciale è troppo alto. Tuttavia, Berlino riesce ancora a passare indenne la revisione. Ma palazzo Chigi non è ancora il momento di esultare visto che la massima istituzione amministrativa dell’Ue ha avvertito che c’è ancora tanto lavoro da fare per correggere gli squilibri macroeconomici: “Il debito pubblico rimane uno squilibrio macroeconomico eccessivo – si legge nei documenti – che richiede monitoraggio specifico e un’azione politica decisiva, ma in questa fase, considerando il piano di riforme già varato e i fattori rilevanti, non viene aperta una procedura per squilibrio eccessivo”. L’Italia, dunque, resta nella categoria di “rischio 5”, a un passo dall’insufficienza assoluta.

La regola del debito, vista l’interpretazione che la Commissione ha dato al Patto di Stabilità, prevede che per i Paesi con debito sopra il 60% del Pil ci sia normalmente una correzione annuale non inferiore allo 0,5% del Prodotto interno lordo. In periodi di contrazione economica, invece, si è optato per concedere più flessibilità e ridurre la correzione allo 0,25%, risultato centrato dall’Italia secondo le aggiornate previsioni economiche. In un contesto di crescita debole protratta nel tempo e di una produttività costantemente bassa “i rischi che derivano da un livello molto alto del debito pubblico e dalla debole competitività non sono aumentati in maniera considerevole”. Di qui “la necessità di un’azione che riduca i rischi per l’economia italiana e data la sua dimensione sulla Ue nel suo insieme”. In ogni caso, gli sforzi per il 2015 “sono sufficienti” e la regola del debito non si sarebbe potuta applicare quest’anno “perché non vogliamo una correzione brutale” che non tenga conto delle condizioni economiche.

Un passaggio particolare è dedicato alla riforma del Lavoro: “Il Jobs Act ha fatto decisivi cambiamenti nella legislazione di protezione del lavoro e nei benefici per la disoccupazione per migliorare l’entrata e l’uscita dal mercato del lavoro”. A marzo e’ stata fissata una valutazione sulle riforme approvate. Non sara’ lanciata una procedura di deficit eccessivo neanche per il Belgio, altro Paese oltre all’Italia chiamato all’osservanza dal parametro europeo sul contenimento del rapporto debito-Pil.

 

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