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Ok della Vigilanza, Foa presidente

Iarrivato il via libera della Vigilanza: Marcello Foa è il nuovo presidente della Rai, con 27 voti favorevoli, 3 contrari, una scheda nulla e una bianca, in una votazione che ha interessato 32 componenti. Parere positivo da M5s, Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia (non del Pd, che non ha partecipato al voto): “Non ho mai militato in partiti, sarò garante del pluralismo”, ha spiegato il neo-eletto presidente di Viale Mazzini. 

L'audizione

Oggi la Commissione era stata chiamata ad esprimersi sul nome del giornalista indicato dal Cda come futuro presidente della Rai. Nel suo intervento, Marcello Foa  ha detto di essere “un liberale di cultura antica, della scuola di Montanelli“. Questo background sarebbe all'origine della sua attenzione nel “difendere la qualità dell'informazione”. Incalzato dalle domande dei membri del Pd e di Leu della Commissione, il presidente in pectore si è difeso sui discussi tweet critici nei confronti dell'inquilino del Quirinale che scrisse nelle ore convulse del caso Savona: “C'è una differenza molto netta tra quello che uno scrive e quello che uno 'retweetta'. Desidero precisare che non è mai stata mia intenzione offendere il presidente Mattarella. Non è nel mio costume e mai mi sognerei di mancare di rispetto alla massima carica dello Stato. Lo stimo per il ruolo che svolge e anche per la sua storia personale”. Rispondendo a chi lo accusa di non essere abbastanza super partes, Foa ha replicato: “Posso svolgere un ruolo di garanzia perchè ho dimostrato nella mia carriera di saper esprimere delle opinioni, ma anche di sapermi correggere“.

Un giornalismo che riconosca i suoi errori

Il giornalista ha rivendicato anche il lavoro svolto con la pubblicazione di saggi sulla manipolazione delle informazioni come “Gli stregoni della notizia”: “Conduco da tanti anni una battaglia irriducibile affinchè le false informazioni perdano la loro attrattività” e questo, secondo l'ex editorialista de “Il Giornale”, può succedere “se la grande stampa, compresa la Rai, saprà tornare credibile”. Foa ha espresso davanti alla Commissione la sua idea di giornalismo: “La mia battaglia è stata quella a favore di un'informazione, libera, trasparente, che sappia riconoscere i propri errori. I media oggi quando sbagliano hanno la tendenza a nascondere gli errori anzichè ammetterli come i giornali anglosassoni”. Per questo, nel caso in cui riuscisse ad arrivare alla guida della Rai, Foa ha annunciato di volere “giornalisti che sappiano come l'informazione viene gestita nelle guerre cosiddette asimmetriche” visto che “purtroppo questa consapevolezza non c'è frequentemente”.

La Rai che sogna Foa

In audizione, Foa ha anche detto di voler allargare il target di pubblico delle prime tre reti: “La Rai – ha detto il giornalista – non può essere vista solo dagli over 50. La Rai deve potersi adattare alle abitudini dei giovani, ai loro modi di vivere l'intrattenimento e la cultura”. La Rai che sembra avere in mente il presidente in pectore dovrebbe far rivivere lo spirito del quotidiano fondato dal maestro più famoso del giornalismo italiano: “'Il Giornale' di Montanelli metteva a contatto i grandi vecchi del giornalismo italiano e le nuove leve. I giovani delle redazioni devono avere le stesse possibilità di cui io stesso ho beneficato. E' importante un ricambio generazionale in maniera armoniosa, su basi professionali. La meritocrazia deve diventare il dna della Rai“. Difendendosi dalle accuse dei membri della Commissione di Pd e Leu, Marcello Foa ha negato di aver voluto mancare di rispetto all'organo parlamentare con il primo video diffuso dopo la notizia della sua designazione come candidato del Mef alla presidenza della Rai: “Non ho mai mancato rispetto a questa Commissione. Riguardo al primo annuncio in Grecia ho peccato di leggerezza. Quella dichiarazione non la farei più. Ho accettato la ricandidatura avendo percepito la possibilità che la Commissione potesse valutare nuovamente il mio nome.”

 

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