Dopo l'approvazione della Camera (arrivata nel maggio scorso), ormai da tempo mancava solo l'ufficialità, arrivata con i 193 sì (38 gli astenuti) del Senato: l'Educazione civica torna a essere una materia scolastica obbligatoria, un'ora a settimana per insegnare agli allievi le basi del diritto e dello stare insieme come società. Un ritorno gradito, poiché non particolarmente gravoso nell'economia didattica (33 ore di insegnamento annuali nel primo e nel secondo ciclo di istruzione ma con voto in pagella) e perché fondamentale in un momento storico in cui il senso civico risulta imprescindibile in una società multiforme che fa i conti con la modernità. Ed è proprio in quest'ottica che la materia è stata rivista, adattandola ai nuovi connotati sociali, differenti rispetto a qualche anno fa: obiettivo è formare gli allievi sui “principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale, diritto alla salute e al benessere della persona”. Passaggi fondamentali dell'agenda civica del cittadino.
Obiettivi e formazione
Inevitabile, nel ripensare l'insegnamento della materia, porre l'Educazione civica su un piano che comprende anche l'aspetto digitale e quello dello sviluppo sostenibile, temi estremamente sensibili poiché estremamente vicini alla realtà degli studenti, anche i più giovani, per i quali si rende più che mai necessario il confronto con le tecnologie e i loro risvolti sulla cybersicurezza, così come sulle tematiche ambientali, mai così prossime anche alle ultime generazioni. In questo senso, una parte rilevante verrà rivestita dalla formazione dei docenti anche se, come precisato nella proposta di legge, non ne deriveranno “nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”, nel senso che a insegnare la materia saranno docenti già inseriti nell'organigramma del singolo istituto. L'insegnante incaricato, comunque, assumerà anche il ruolo di coordinatore del corso, il cui aggiornamento potrebbe attingere dal fondo stanziato per il miglioramento dell'offerta didattica. Secondo quanto previsto dalla legge, verrà predisposto un budget di 4 milioni per la formazione. Si partirà già a settembre, con l'introduzione della materia nell'orario dell'anno scolastico 2019-2020.