E’ stato un venerdì di protesta per migliaia di studenti italiani, in mobilitazione (con una provocatoria tuta blu) contro l’alternanza scuola-lavoro e, allo stesso tempo, per manifestare contro le scarse risorse riservate alla scuola pubblica, lamentando condizioni precarie dell’edilizia scolastica e invocando il diritto allo studio. Momenti di tensione hanno accompagnato i cortei in tutta Italia, in particolare a Palermo e Milano, dove ai giovani manifestanti si sono mescolati, incappucciati, alcuni dimostranti intenti ad accendere fumogeni, svuotare estintori e a lanciare uova e pomodori contro le vetrine di un locale del fast food McDonald’s, fra le aziende che hanno siglato un accordo con il Ministero dell’Istruzione inerente al progetto di alternanza fra attività scolastica ed esperienza lavorativa, ritenuto di scarsa qualità dagli studenti. Nel mirino dei giovani, infatti, la natura degli impieghi ai quali sono chiamati durante il loro percorso d’istruzione (ovviamente nell’ambito del programma), spesso non conformi agli indirizzi di studio e, in molti casi, poco produttivi in termini di formazione.
La protesta degli studenti
Proteste sparse in quasi tutti i grandi centri italiani (una settantina in tutto), anche a Roma (corteo pacifico da Piramide al Ministero dell’Istruzione) con il dissenso contro la “Buona scuola” (approvata dal Governo Renzi il 13 luglio 2015) utilizzato come spunto per evidenziare una serie di problematiche strettamente connesse all’istituzione scolastica e venute fuori non certo da un giorno. Le stesse defezioni sulle quali il ministro Fedeli ha annunciato di voler migliorare: “Lavoriamo per elevare la qualità dell’alternanza”, ha detto rispondendo agli slogan studenteschi fra i quali ‘Siamo studenti, non operai’, e annunciando per il 16 dicembre un confronto con i soggetti coinvolti, pur ribadendo come l’alternanza sia “un’innovazione didattica importante, uno strumento che offre alle studentesse e agli studenti la possibilità di acquisire competenze trasversali e consente loro di orientarsi con più consapevolezza verso il loro futuro di studi e lavorativo”.
Esperienze poco producenti
Tra le motivazioni addotte dalle associazioni studentesche per lo svolgersi della protesta, i risultati di un recente sondaggio effettuato dal sito web “Scuola Zoo”, nel quale verrebbero evidenziati i difetti del progetto ministeriale: addirittura il 48% degli studenti interpellati, infatti, si sarebbe detta insoddisfatta dell’esperienza acquisita durante lo svolgimento del programma di stage. Studenti particolarmente critici, oltre che con McDonald’s, con la catena di abbigliamento Zara ritenuta, al pari del fast food, un’esperienza poco proficua per gli apprendisti.