E’ accusato di omicidio preterintenzionale aggravato dalla finalità razzista l’uomo che che è stato fermato nella città di Fermo, nelle Marche, per aver causato la morte del nigeriano Emmanuel Chidi Namdi, il richiedente asilo nigeriano, pestato a sangue per aver difeso la moglie dagli insulti razzisti dell’ultrà.
Il ministro dell’interno Angelino Alfano è arrivato oggi nella cittadina marchigiana per presiedere il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura ha sottolineato, durante una conferenza stampa, come le indagini siano subito state condotte nella giusta direzione. “L’Italia, le Marche e Fermo non sono rappresentate da Amedeo Mancini”, cioè l’uomo fermato per l’omicidio, ha dichiarato Alfano, “ma dalla commozione e dalle lacrime che il sindaco di questa città ha versato durante il Comitato, dicendomi che questa non è Fermo”.
“La comunità di Fermo che oggi rappresenta simbolicamente, è rappresentata da questo sindaco, dal suo dolore e dalla sua rabbia – ha continuato il titolare del Viminale – e da chi ieri ha partecipato alla fiaccolata per dire che fermo e l’Italia sono luoghi dell’accoglienza e di umanità e che il grande cuore dell’Italia e degli italiani non è rappresentato da chi ha commesso l’omicidio”.
“Siamo qui – ha concluso – per dare un segno forte e chiaro per scongiurare ogni ipotesi di viralità e contagio, perché sappiamo che da questo episodio seminando odio si può raccogliere sangue. Sappiamo che il germe del razzismo va stroncato prima che semini il proprio frutto avvelenato”.