L'incognita sulla successione di Tito Boeri alla guida dell'Inps rischia di trasformarsi in un fastidioso intoppo per la maggioranza di governo, da aggiungere alla già spinosa vicenda di Bankitalia, che continua a tenere banco specie dopo il parere di Bruxelles a riguardo. Sul dopo-Boeri, infatti, al momento c'è tutt'altro che un accordo: inizialmente il nome forte appariva quello di Mauro Nori, consigliere dello staff ministeriale del Mef, al cui fianco sarebbe dovuto entrare con la carica di vicepresidente il professore Pasquale Tridico, consigliere invece del Ministero dello Sviluppo economico. Un duo che sembrava essere l'ingrediente giusto per risolvere il rebus del vertice dell'istituto di previdenza ma che, quando sembrava ormai in procinto di consolidarsi, è tornato a essere un complicato rompicapo.
La successione
Il nodo saerbbe da ricercare proprio alla radice, ovvero in quell'intesa governativa filtrata nei giorni scorsi ma che, secondo il sottosegretario agli Affari regionali del Movimento 5 stelle, Stefano Buffagni, è tutt'altro che raggiunta. Alla sua smentita ha fatto eco la Lega che, nella giornata di ieri, rivelava tramite fonti vicine al partito che non c'era un accordo ma che del tandem Nori-Tridico si era discusso senza che vi fosse una preclusione. A ogni modo, prima di dare per certa la successione di Boeri, se ne dovrà ancora discutere in una sorta di replica di quanto accaduto per il vertice Consob dopo l'addio di Massimo Nava. Per Inps la situazione dovrebbe conoscere una più rapida soluzione, visto che già da oltre 24 ore la nomina di Boeri è scaduta, senza che fosse concessa alcun tipo di proroga.
Nodo da sciogliere
Per sciogliere il nodo Inps, inoltre, si dovrà tener conto che, anche dopo la nomina della nuova presidenza, sarà necessario attraversare lo step della Commissione, visti i tempi richiesti dalla riforma della governance con ripristino del Consiglio d'amministrazione a cinque membri. Per questo l'eventuale nomina di Nori e Tridico li vedrà dapprima in veste di commissari. Anche per questo la decisione non dovrebbe essere posticipata oltre lunedì (in caso si accrescerebbero a dismisura i rischi di uno stallo ben più duraturo), considerando anche i tanti dossier ricevuti in dote dalla Manovra presenti sul tavolo dell'Inps.