A meno di un anno dal “rimprovero” dei giudici europei, alla Camera è passata la proposta di legge che abolisce l’obbligo del cognome paterno per i figli. Il testo, approvato a voto segreto a Montecitorio con 239 si, 92 no e 69 astenuti e in procinto di passare al Senato, prevede che il figlio –sia legittimo che non – potrà avere alla nascita il cognome della madre, del padre o di entrambi. La scelta è riservata ai genitori – secondo il principio che il Regno Unito chiama ‘parental responsibility’- e in caso di disaccordo, il bambino otterrà il nome di entrambi in ordine alfabetico.
L’applicazione di queste nuove norme sarà operativa nel momento in cui entrerà in vigore il regolamento che deve adeguare l’ordinamento dello stato civile, ma nel frattempo resta possibile aggiungere, in qualsiasi momento, il cognome materno.
E mentre gli esponenti di M5S si sono completamente astenuti dal voto in camera, c’è chi si espone esplicitamente in merito a questa prima approvazione: Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia alla Camera, afferma che questo “è un altro passo avanti verso la parità dei sessi”; Stefania Prestigiacomo, invece, spera in un affossamento da parte del senato e – peraltro in veste di ex ministro per le Pari Opportunità- lancia l’hashtag su Twitter: “Incredibile! #Senatoaffossala”.