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Nasce un fronte unito per la difesa di vita e famiglia

Belfast? Beirut? No, Verona. La città scaligera si presenta oggi agli occhi di cittadini e turisti come una fortezza. Un partecipato corteo definito dalle organizzatrici “transfemminista” passerà non lontano dal Palazzo della Gran Guardia, dove si tiene il secondo giorno del Congresso Mondiale delle Famiglie.

La nuova realtà

Intanto, malgrado il clima teso e qualche sparuto gruppo di contestatrici con tanto di cartelli nel giardino antistante, la grande kermesse pro-famiglia prosegue. La mattinata – in attesa dell’arrivo nel primo pomeriggio dei ministri Matteo Salvini, Lorenzo Fontana e Marco Bussetti, e della presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni – ha fatto registrare l’accorato appello di don Fortunato Di Noto, sacerdote siciliano, presidente dell’Associazione Meter, celebre per le sue indomite battaglie contro la piaga della pedofilia. “La pedofilia non è una malattia ma è un crimine”, ha tuonato. Lo stesso Di Noto, poco dopo, è tornato sul palco insieme ad una serie di esponenti di ProVita Onlus e Generazione Famiglia, le due associazioni promotrici dell’evento veronese, che hanno annunciato una sorta di matrimonio per unire le forze a difesa della vita dal concepimento alla morte naturale e della famiglia quale cellula fondante della società. Battaglie, del resto, che sono strettamente legate. Il nome della nuova realtà è stato annunciato dal presidente di Pro Vita, Toni Brandi: “Dopo anni di impegni comuni per la vita e la famiglia, contro l’utero in affitto, l’indottrinamento gender e l’abuso dei bambini, Pro Vita e Generazione Famiglia hanno deciso di unire le loro forze e di creare ‘Pro Vita e Famiglia’”. Dal canto suo Jacopo Coghe, presidente di Generazione Famiglia, ha ringraziato “tutte le persone che in questi sei anni, da quando abbiamo fondato le due associazioni, ci hanno sostenuto”, “dando il proprio tempo, i propri soldi e talvolta mettendo a repentaglio la propria persona”. Coghe si è quindi concesso un congedo ironico, affermando di “dimostrare di essere molto medievale dando voce alle donne delle due associazioni”. Francesca Romana Poleggi di ProVita, ha detto: “Noi siamo per la liberazione delle donne, dal bisogno di dover abortire, dallo sfruttamento che si fa sul loro corpo e dalla costrizione ad andare al lavoro 20 ore al giorno rinunciando a fare figli”. Maria Rachele Ruiu di Generazione Famiglia, ha aggiunto: “Il bombardamento culturale contro la maternità ha la funzione di toglierci lo stupore: essere mamme è faticoso ma meraviglioso. Ecco, noi vogliamo riaffermare lo stupore che si prova posando lo sguardo sulla vita e sulla famiglia”.

Fedriga: “A chi fa paura la famiglia?”

Ma “perché fa così paura difendere la famiglia”? Se lo è chiesto Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia-Giulia, salito sul palco per dare il suo sostegno verbale dopo aver concesso il patrocinio della sua Regione al Congresso. Per questo – ha detto – “il Friuli Venezia-Giulia è diventato simbolo di libertà“, le sue parole. Egli ha ricordato le misure che ha preso da quando è diventato presidente regionale: “Nell'ultima legge di bilancio abbiamo concesso gli asili nido gratuiti dal secondo figlio in poi. C'è qualcuno che manifesta e si definisce femminista: cosa c'è di più femminista che garantire servizi alle donne-madri e cosa c'è di meno femminista che denigrare le donne che scelgono di restare a casa con i figli?”. Domande in attesa di risposta.

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