Il presidente ungherese, Viktor Orbán, e Matteo Salvini, ministro dell'Interno italiano, si sono incontrati oggi nella prefettura di Milano. Un vertice atteso, preceduto dall'endorsement del leader magiaro nei confronti del segretario della Lega: “Lui è il mio eroe – ha detto Orban – il mio compagno di destino“.
Il vertice
A tenere banco nel vertice è stato, come prevedibile, il tema dell'immigrazione. Dopo il faccia a faccia, i due hanno tenuto una conferenza stampa in cui hanno risposto alle domande dei giornalisti. Matteo Salvini ha citato il premier Conte sostenendo che “i confini italiani sono i confini dell'Europa” ed ha promesso che “quello che abbiamo fatto oggi continueremo a farlo anche domani”. Il titolare del Viminale si è detto non disposto a cambiare indirizzo alla sua linea sull'immigrazione: “Possono aprire processi e fare indagini ma non mi fanno cambiare idea”.
Progetto europeo
Salvini è poi passato ad elogiare il modello rappresentato da Budapest: “Anche dal punto di vista economico – ha detto il ministro – il caso ungherese è un caso da studiare. Con una crescita superiore al 4% ed una Flat Tax per le imprese e per le persone al 15% – ha aggiunto – è la dimostrazione che un Paese può crescere spendendo ed investendo e non tagliando e sacrificando“. L'incontro di oggi, a detta del vicepremier, rappresenterebbbe l'inizio del “processo per cambiare l'Europa e difendere il diritto al lavoro e il diritto alla vita“. Salvini ha criticato poi quelle che chiama le lobbies “finanziate dai Soros e rappresentate dai Macron di turno che temono questa svolta a livello continentale”.
Le contestazioni
Il ministro dell'Interno non ha rinunciato a mandare una frecciata a chi ha contestato l'organizzazione del vertice di oggi: “Mi stupisce – ha detto Salvini – lo stupore di una sinistra che esiste solo per contestare gli altri e che riteneva che Milano non dovesse ospitare il leader di una potenza europea”. Il faccia a faccia di oggi, secondo Salvini, dovrebbe essere “il primo di una lunga serie di incontri per cambiare non solo il destino dell'Italia e dell'Ungheria ma anche dell'intero continente“. Sulla stessa linea del segretario della Lega, anche le parole del presidente Orban: “Abbiamo bisogno di una nuova Commissione e di un nuovo Parlamento europeo, di due entità che si pronuncino chiaramente a difesa dei confini e per fermare l'immigrazione“. Il leader magiaro ha anche auspicato che la “nuova” Europa debba avere una “base spirituale”. Orban ha poi continuato: “Dopo le elezioni europee si potrà parlare di alleanze, il nostro compito è quello di raccogliere il numero più alto possibile di simpatizzanti ungeresi ed italiani per fare questa svolta in Europa”.
Contro Macron
Alla domanda di una giornalista sulla collocazione di Fidesz, il partito di Orban, all'interno del Parlamento europeo, Salvini ha risposto: “Non mi permetto di dire cosa deve fare Orban. Stiamo lavorando, ognuno nel suo campo, per costruire un'allenza che escluda le sinistre e riporti al centro i valori e le identità che i nostri movimenti politici e i nostri governi rappresentano”. “Possiamo unire – ha concluso Salvini – energie diverse con obiettivi comuni”. Rispondendo alla stessa domanda, il presidente ungherese ha attaccato il suo omologo francese: “Ci sono due campi; uno di lato da Macron che vuole escludere il Partito Popolare europeo“. E ancora su Macron: “Lui è il leader della forza europea che sostiene l'immigrazione, il capo di quei partiti che appoggiano l'immigrazione”. Il leader di Fidesz ha esplicitato la sua contrarietà alle politiche dell'inquilino dell'Eliseo: “Noi vogliamo fermare l'immigrazione illegale. C'è un dibattito anche nel Ppe, noi vorremmo che si collocasse sulle nostre posizioni e vorremmo che si metta dalla parte della gente europea che non vuole l'immigrazione”.
L'accordo con la Germania
A Horst Seehofer, ministro dell'Interno tedesco che ha definito vicino l'accordo con l'Italia sui migranti secondari, Salvini ha replicato: “Stiamo lavorando con il governo tedesco, l'accordo è a portata di mano. L'importante – ha chiarito il segretario della Lega – è che per l'Italia sia a saldo zero. Siamo disposti a riammettere gli immigrati secondari a fronte di un allontamento dal nostro Paese dello stesso numero di immigrati“. Salvini ha poi attaccato i governi precedenti a guida Pd: “Noi ereditiamo per incapacità o per complicità alcuni milioni di presenze in Italia”. Orban ha ribadito di essere sulla stessa linea chiarendo che l'obiettivo deve essere quello di “rimandarli a casa loro”. Il presidente ungherese si è poi espresso sul Belpaese: “L'Italia è un Paese fantastico, molto più forte di quanto voi stessi pensiate. Noi cristiani nella storia abbiamo sempre saputo cooperare, sia sul piano politico che spirituale. Tutti i governi italiani li consideriamo partner del nostro Paese”.
'Macron riapra il confine con Ventimiglia'
Matteo Salvini ha concluso la conferenza stampa sfidando ancora l'Ue: “Cambiare i trattati europei non solo sull'immigrazione è la priorità del nostro governo. Chiediamo collaborazione della Francia. Macron, ai minimi storici della popolarità, passa il suo tempo a dare lezioni ai paesi stranieri, mentre dovrebbe dimostrare la sua disponibilità aprendo il confine con Ventimiglia. Se i grandi Paesi fossero più collaborativi, anche quelli del gruppo di Visegrad assumerebbero un approccio diverso”. Il ministro dell'Interno ha poi avvertito: “Se non cambieranno le regole di alcune missioni internazionali Ue, noi ne potremmo anche farne a meno visto che qualcuno prima di noi,incredibilmente, firmò affinchè tutti gli immigrati potessero arrivare in Italia“. Facendo riferimento a quanto annunciato da Di Maio sulla vicenda autostrade, Salvini ha annunciato che chiederà conto ai “ministri precedenti per le concessioni migratorie”.
Accordi con i Paesi d'origine
Il vicepremier leghista ha definito quella del governo una “una politica estera a 360 gradi” che punta “ad avere buoni rapporti con tutti”. In particolare, sull'immigrazione, Salvini ha dichiarato che sta lavorando con i “Paesi africani di provenienza dei migranti”. Non con la Libia, dunque, ma con Tunisia, Nigeria, Sudan, Pakistan e Bangladesh“. A chi gli chiedeva come si comporterà nel caso si ripetesse una situazione analoga a quella della vicenda Diciotti, Salvini ha risposto: “Le navi della guardia costiera devono difendere le coste italiane, qualora si riproponesse il problema Io avrei lo stesso identico atteggiamento”.