Il lascito di Giorgio Napolitano prima di salutare il Colle è l’ennesimo attestato di stima nei confronti di Matteo Renzi. “Quella portata avanti dal premier – ha detto il capo dello Stato in occasione degli auguri natalizi al Corpo diplomatico – un’opera difficile e non priva di incognite”. E tuttavia, ha sottolineato “Non c’erano alternative per chi, come noi, crede nelle potenzialità di questo Paese”. Quasi un messaggio idealmente inviato al suo successore per proseguire la strada intrapresa, nonostante le difficoltà che l’esecutivo sta in incontrando nel rinnovamento dell’Italia.
Anche perché “L’opera portata avanti dal presidente Renzi e dal Governo rappresenta un coraggioso sforzo per eliminare alcuni nodi e correggere mali antichi che hanno frenato lo sviluppo del Paese e sbilanciato la struttura della società italiana e del suo sistema politico”. Sull’addio di Napolitano al Quirinale nei primi mesi (se non addirittura giorni) del 2015 non ci sono dubbi. Il Presidente non lo ha nascosto nemmeno oggi quando, aprendo il suo discorso, ha detto: “La prossima fine di quest’anno 2014 e l’imminente conclusione del mio mandato presidenziale inevitabilmente ci portano a svolgere alcune considerazioni sul periodo complesso e travagliato che stanno attraversando l’Italia, l’Europa e il mondo”.
Al centro dei pensieri di Napolitano c’è anche la questione europea: “E’ innegabile che la Commissione guidata dal presidente Juncker – ha spiegato – abbia un profilo più nettamente sovranazionale e si ponga obiettivi ambiziosi per rispondere alle sfide comuni in una chiave certamente più ‘politica’ di quelle che l’hanno preceduta”.