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Napolitano: “Il 4 marzo ha vinto la protesta”

Il voto del 4 marzo ha rispecchiato un forte mutamento nel rapporto tra gli italiani e la politica quale si era venuta caratterizzando da non pochi anni a questa parte”. Così Giorgio Napolitano si è rivolto ai partiti nel discorso d'apertura dei lavori a Palazzo Madama, che da il la ufficialmente alla XVIII legislatura della Repubblica.

Partiti lontani

L'ex capo dello Stato, che siede sullo scranno più alto nel suo ruolo di presidente temporaneo del Senato, ha spiegato che le ultime elezioni non solo hanno “travolto certezze e aspettative di forze politiche radicate da tempo nell'assetto istituzionale e di governo del Paese. Esso ha messo in questione tradizioni, visioni, sensibilità, che erano a lungo prevalse. Gli elettori hanno premiato straordinariamente le formazioni politiche che hanno espresso le posizioni di più radicale contestazione, di vera e propria rottura rispetto al passato.
La contestazione è scaturita da forti motivi sociali: disuguaglianze, ingiustizie, impoverimenti e arretramenti nella condizione di vasti ceti, comprendenti famiglie del popolo e della classe media“. In termini generali, ha aggiunto, “ha contato molto nelle scelte degli elettori il fatto che i cittadini abbiano sentito i partiti tradizionali lontani e chiusi rispetto alle sofferte vicende personali di tanti e a diffusi sentimenti di insicurezza e di allarme”.

Questione Meridionale

Sul voto del 4 marzo ha pesato anche “il senso di un cronico, intollerabile squilibrio tra Nord e Sud tale da generare una dilagante ribellione nelle regioni meridionali. Sono stati condannati in blocco – anche per i troppi esempi da essi dati di clientelismo e corruzione – i circoli dirigenti e i gruppi da tempo stancamente governanti in quelle Regioni. Queste reazioni hanno mostrato quanto poco avesse convinto l'auto-esaltazione dei risultati ottenuti negli ultimi anni da governi e da partiti di maggioranza”.

Fiducia in Mattarella

Per Napolitano, in ogni caso, “è da considerarsi meritorio e importante il fatto che le forze pronte a governare il Paese sulla base del consenso degli elettori abbiano dichiarato di volersi assumere le proprie responsabilità nel senso di evitare derive distruttive per il Paese”. Di certo, ha concluso, “per aprire, nell'attuale scenario, nuove prospettive al Paese sono insieme essenziali il rispetto della volontà popolare e il rispetto delle prerogative del Presidente della Repubblica, al quale rivolgo a nome di voi tutti l'espressione calorosa della nostra stima e fiducia“.

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