Una folla commossa ha tributato l’ultimo saluto a Gennaro Cesarano, il 17enne ucciso nel quartiere sanitĆ di Napoli durante una sparatoria all’alba di domenica scorsa. I funerali sono stati pubblici ma blindatissimi e si sono svolti alle 7.30 del mattino per volere della questura che temeva disordini e ha inviato un centinaio di agenti a presidiare la zona. I negozi del rione hanno tenuto le saracinesche chiuse e alcuni residenti, come da richiesta del parroco don Antonio Loffredo, hanno appeso un drappo nero alle finestre. Un segno di lutto in una cittĆ che sta conoscendo una nuova escalation criminale.
“Dio non manderĆ nessuno a salvarci, toccherĆ a noi. Popolo della SanitĆ , dobbiamo dire basta, alziamo la testa”, ha detto nella sua omelia padre Alex Zanotelli, che ha concelebrato la cerimonia. “Le colpe della morte di questo nostro figlio – ha aggiunto – sono di tutti, anche della Chiesa. Non esistono Napoli diverse. Esiste una sola Napoli”. Gli amici, diverse decine, del ragazzo hanno indossato una t-shirt bianca con una foto di Gennaro. All’uscita della bara, accompagnata dagli applausi della folla assiepata in piazza che non aveva trovato posto all’interno, centinaia di palloncini bianchi si sono levati in volo insieme alle lanterne cinesi su cui erano stati scritti messaggi di addio e ricordi. Dalla chiesa ĆØ partito il corteo, con il feretro portato a spalla, che ha accompagnato il 17enne fino a piazza Cavour per l’ultimo addio del quartiere.