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Moscovici gela Conte: “Taglio al deficit non sufficiente”

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Primo stop alla revisione del deficit previsto dalla manovra. Quasi una risposta piccata a quell'auspicio di “buon senso” espresso da Matteo Salvini dopo la missione a Bruxelles del premier Giuseppe Conte, che ha proposto di far scendere il dato dal 2,4 al 2,04%. 

Il taglio non basta

Un taglio non sufficiente per il commissario Affari economici Ue, Pierre Moscovici. “La riduzione del deficit proposta dal governo italiano non è ancora sufficiente – ha commentato – è un passo nella giusta direzione, ma tuttavia non ci siamo ancora, ci sono altri passi da fare, forse da entrambe le parti”.

Due pesi e due misure?

Parole che rischiano di compromettere il clima di dialogo registrato nelle ultime settimane. Il caso Francia, Paese dello stesso Moscovici, non aiuta. Per sedare la rivolta dei gilet gialli, Emmanuel Macron ha promesso misure che rischiano di far salire il rapporto deficit/pil al 3,4%. “Penso che ciò che è desiderabile, in realtà, è che questo superamento sia il più limitato possibile” ha detto il commissario. 

Si tratta a oltranza

Le trattative sull'asse Roma-Bruxelles, in ogni caso, proseguono. Secondo quanto riportato da fonti Mef, citate dall'Agi, il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, siederà di nuovo al tavolo per cercare un'intesa che eviti l'apertura di una procedura per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia. Fonti europee hanno fatto sapere che la trattativa è a buon punto ma bisogna lavorare nei prossimi giorni. “La novità positiva – aggiungono fonti Ue – è che c'à la volontà di trovare una soluzione“. La volontà di chiudere c'è da entrambe le parti, secondo quanto quanto filtra a Bruxelles, e il clima è molto più positivo delle settimane precedenti. La stessa Commissione ha messo in evidenza i “progressi” dei colloqui facendo intendere che restano da limare una serie di aspetti tecnici. Proprio per questo lo stesso Moscovici ha chiesto a Tria di restare a Bruxelles per continuare il lavoro, che potrebbe chiudersi nei prossimi giorni.

Francesco Volpi: