Pasquale Barra, detto “o animale”, si è spento oggi in nel carcere di Ferrara. Negli anni ottanta fu uno dei più feroci killer e luogotenente di Raffaele Cutolo, capo della Nco, la Nuova Camorra Organizzata. Il decesso è avvenuto intorno alle 20 di ieri, nella cella di massima sicurezza in cui si trovava da molti anni, l’intervento degli agenti di polizia penitenziaria è stato tempestivo, ma per l’uomo – che soffriva di problemi cardiaci – non c’è stato nulla da fare.
Nel 1983 Barra decise di diventare collaboratore di giustizia e, insime ad un altro pentito, Gianni Melluso, accusò Enzo Tortora, causandogli processi e una lunga detenzione. Le accuse contro il presentatore però non furono sostenute da “o animale” durante i vari dibattimenti e successivamente si rivelarono del tutto infondate.
Pasquale Barra era noto anche come “il boia delle carceri”. Fra i suoi delitti, si ricorda l’omicidio in carcere del boss della malavita milanese, Francis Tutarello, avvenuto nel centro di detenzione di Badu ‘e Carros a Nuoro: l’uomo venne ucciso nella sua cella, il suo corpo profanato, gli furono estratti e azzannati gli organi interni, fra cui il cuore.
Grazie alle rivelazioni di Barra nel giugno del 1983 fu messo a segno un maxi blitz delle forze dell’ordine che portò all’arresto di 850 presunti affiliati della Nuova Camorra Organizzata. Nel libro “Il Camorrista”, scritto dal giornalista Joe Marrazzo, fu raccontata la storia di Barra. Dal testo fu tratto un film di grande successo con un titolo analogo che fu girato da Giuseppe Tornatore.