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Milano: Hosni indagato per terrorismo internazionale

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Ismail Tommaso Hosni, il giovane italiano di origini nordafricane che ha ferito con un coltello da cucina un agente della Polizia Ferroviaria e due militari nella Stazione Centrale di Milano, è indagato dalla Procura meneghina per terrorismo internazionale. Per l’aggressione in sé resta invece in piedi l’accusa di tentato omicidio (e non di attentato con finalità terroristiche, come sarebbe stato, invece, se si fosse ipotizzato un atto terroristico). Reato per il quale quale il pm di turno Maura Ripamonti ha chiesto la convalida dell’arresto e la misura cautelare in carcere.

L’indagine

L’interrogatorio, da quanto si è saputo, potrebbe tenersi tra domenica e lunedì prossimo davanti al gip Manuela Scudieri. Nel frattempo, però, il pm Alessandro Gobbis, del pool antiterrorismo guidato da Alberto Nobili, ha aperto un fascicolo “parallelo” a carico del giovane per il reato previsto dall’articolo 270 bis del codice penale, “associazione con finalità di terrorismo anche internazionale“. E ciò per potere fare verifiche sul profilo Facebook “Ismail Hosni” attribuibile al 20enne e su cui sono stati postati video e scritte in arabo inneggianti all’Isis. Pagina poi oscurata qualche ora fa. Accertamenti sono in corso, inoltre, anche su eventuali legami del giovane con estremisti islamici. Da quanto si è saputo, infine, per riuscire ad avere la certezza che il profilo Fb sia stato aperto dal giovane arrestato e sia stato poi lui a caricare quei video serviranno analisi tecniche specifiche che richiederanno alcuni giorni. L’inchiesta è condotta dalla Digos.

Vita da nomade

Sono solo e abbandonato” avrebbe detto Hosni agli investigatori subito dopo essere stato messo in manette. Il giovane, invece, non avrebbe detto nulla dopo l’arresto sulle ragioni della sua reazione a coltellate nei confronti dei militari e dell’agente che lo avevano fermato per una controllo. Stando a quanto sta emergendo dall’inchiesta il giovane nell’ultimo periodo viveva da “nomade”, in pratica, e l’ultimo suo giaciglio trovato era dentro un furgone a Quarto Oggiaro, quartiere popolare e difficile di Milano. La madre italiana, invece, vive a Foggia e lui risulta residente in Puglia. Dal profilo emerge, inoltre, che il ragazzo potrebbe aver lavorato in passato in un McDonald’s a Milano.

A quanto si è saputo, nel furgone in cui ha dichiarato di trascorrere la notte, non sarebbe stato trovato materiale informatico ovvero pc o smartphone. Indagini sono in corso anche sui contatti che il ventenne ha avuto negli ultimi tempi. Il pulmino potrebbe non essere il solo mezzo utilizzato per dormire negli ultimi mesi dal ventenne. Il giovane, infatti, sarebbe stato solito passare la notte in veicoli che avrebbe scassinato di volta in volta.

Testimonianze

“Me lo ricordo, dormiva in un furgone parcheggiato davanti ai giardini. Era lì da un po’, nei giorni scorsi avevamo chiamato la polizia perché stava facendo la pipì all’aperto e perché si masturbava nell’abitacolo” racconta una residente della via in cui Hosni era solito dimorare. “La polizia è arrivata e lo ha identificato nei giorni scorsi ma ci hanno detto che non stava facendo niente di male e non potevano far nulla. Va detto che in quel momento non stava compiendo atti osceni“. Un altro condomino non ha dubbi quando vede la sua fotografia segnaletica. “Era sicuramente lui, l’ultima volta che l’ho visto era ieri all’ora di pranzo. Però aveva tutta la barba, anche i baffi che invece non ha nella foto segnaletica. Il furgone in cui dormiva è di proprietà di un cinese che abita nel mio palazzo, non ne sapeva nulla, qui ha la residenza ma l’ho visto poche volte. So che vive in zona Sarpi“.

 

Francesco Volpi: