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Migranti: record di sbarchi in Italia e di vittime in mare

Il numero totale dei migranti che hanno raggiunto l’Europa attraverso le due principali rotte marine è complessivamente diminuito di circa due terzi nell’anno appena concluso rispetto al 2015 ma il crollo riguarda soprattutto la Grecia, grazie all’accordo siglato tra la Turchia e l’Unione Europea, mentre per l’Italia, e in misura minore per Malta, è stato un anno record con un incremento di circa il 20%. Sono i dati diffusi oggi dall’agenzia europea Frontex. Questo è il riflesso della grande pressione sulle nostre coste dei flussi provenienti dall’Africa, in particolare l’Africa occidentale: nel nostro Paese dal 2010 gli sbarchi sono cresciuti di dieci volte. I nigeriani sono gli immigrati giunti in numero maggiore, seguiti da profughi provenienti da Eritrea, Guinea, Costa d’Avorio e Gambia. Il numero di migranti arrivati in Europa attraverso la rotta centro mediterranea è stato di circa 181.000, il più alto mai registrato.
Nel 2016, secondo i dati dell’agenzia Frontex, sono stati 503.700 i migranti che hanno attraversato illegalmente le frontiere dell’Unione europea, di cui 364.000 via mare. Secondo le stime, gli arrivi in Grecia sono crollati del 79% a quota 182.500, grazie all’accordo con la Turchia in vigore da marzo. Brusco calo anche per quanto riguarda la rotta balcanica, dove si è passati dai 764.000 arrivi del 2015 a 123.000, in seguito all’inasprimento dei controlli di frontiera.
Ma un altro dato terribile arriva dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati. Ancora una volta si tratta di un triste record, quello delle vittime nel Mediterraneo. La cifra aggiornata allo scorso 2 dicembre è di 3.470 contro le 2.771 di tutto il 2015. Triplicato il rapporto tra morti e sbarchi: da uno ogni 269 è passato a uno ogni 88.
E mentre l’opposizione, Forza Italia e Lega in testa, commentano questi numeri tornando a chiedere lo stop alle operazioni nel Mediterraneo e l’immediata espulsione di chi non ha diritto a rimanere in Italia, il capo della polizia Franco Gabrielli ai microfoni di SkyTg24 ha detto che abolire i Cie sarebbe “pura follia. In quasi il 50% dei casi non si riesce a fare l’identificazione e il rimpatrio. Ma dire che, siccome nel 50% dei casi non riusciamo a identificarli, ci precludiamo anche l’altro 50%, a me sembra pura follia”. Quanto alla collocazione in ogni regione, il prefetto ha affermato che è un provvedimento che “risponde a una logica di razionalità”

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