In in Italia non c’è “nessun rischio per la tenuta democratica“. A dirlo è il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, dallo stesso palco della festa dell’Unità di Pescara da cui Marco Minniti aveva lanciato l’allarme. Il sistema Italia, aveva sostenuto il titolare del Viminale, è messo a rischio dall’enorme flusso di migranti. Ma il Guardasigilli non la pensa così e ha lanciato una stoccata al collega. “Vedo che sta tornando un fascismo non giustificato da nessun flusso migratorio al mondo – ha spiegato Orlando -. Non cediamo alla narrazione dell’emergenza perché altrimenti noi creiamo le condizioni per consentire a chi vuole rifondare i fascismi di speculare”
Parole che rinfocolano il dibattito interno al Pd e al governo sulla questione immigrazione dopo le schermaglie tra Minniti e Graziano Delrio – e la sinistra Pd – di inizio agosto sul codice di condotta per le Ong. Anche se, in serata, dalla festa del Pd di Ravenna, Orlando ha frenato l’ipotesi di uno scontro nell’esecutivo e precisa: “Bisogna evitare di associare immigrazione e sicurezza. Dovremmo convivere con il fenomeno dell’immigrazione e sul tema il ministro Minniti sta facendo bene”.
Ma, all’indomani del vertice di Parigi e della sostanziale promozione della “linea Minniti” da parte dei grandi d’Europa, è tutta la politica italiana che torna a scontrarsi sul dossier immigrazione. Con il segretario del Pd Matteo Renzi che ha rivendicato la bontà della sua linea, quella dell’ “aiutiamoli a casa loro” oggetto anch’essa di non poche polemiche.
“Oggi che la strategia complessiva dell’ ‘Aiutarli davvero a casa loro’ inizia a dare qualche frutto dobbiamo non credere a chi propone ricette demagogiche e populiste e lavorare passo passo, tutti insieme”, ha scritto Renzi nella sua Enews registrando i “passi avanti” del vertice di Parigi e invitando l’Ue a superare “coi fatti” e non solo con le parole il Regolamento di Dublino.
A bocciare il vertice è stato invece Luigi Di Maio. “Governo e Pd celebrano un risultato che non c’è. Di che cosa si compiacciono?”, ha attaccato l’esponente del M5s sottolineando come “nessuna azione concreta” sia finora emersa dal summit parigino e osservando: “L’unico risultato finora ottenuto è arrivato grazie alla stretta sulle Ong non trasparenti, una richiesta che il M5s ha avanzato ad aprile tra gli insulti generali“.